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Guerra in Ucraina

“Non tradire il tuo paese, c…”, minacce a Olga Misik, attivista russa 19enne che si oppone alla guerra

Minacce sulla porta di casa dell’attivista russa 19enne Olga Misik che da anni combatte il Cremlino e che si è schierata contro la guerra in Ucraina. Altri due attivisti sono stati presi di mira all’indomani del discorso di Putin sulla “pulizia della società”.
A cura di Chiara Ammendola
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"Non tradire il tuo paese, cagna". È questa la scritta che l'attivista 19enne russa Olga Misik ha trovato sulla porta di casa. È stata lei a denunciare l'accaduto  mercoledì pomeriggio postando le foto dell'ingresso deturpato dalla vernice bianca utilizzata per minacciarla e offenderla. "Il mio appartamento è stato sottoposto a una seduta di makeup", ha scherzato Misik su Twitter dove ha condiviso le foto. Un atto vandalico che giunge insieme a quelli perpetrati nei confronti di altri due attivisti russi: Anna Loiko, giornalista del sito d'informazione SOTA, che ha seguito da vicino le proteste contro la guerra in Ucraina e Dmitry Ivanov. Anche sulle loro porte sono comparse minacce simili accompagnate dalla lettera "Z" che la Russia sta utilizzando come segno distintivo e simbolo per raccogliere sostegno a livello nazionale per la guerra in Ucraina.

Olga è molto conosciuta non solo in Russia, ma anche in Italia: con coraggio e convinzione due anni fa è scesa in piazza per dire basta ai soprusi e alle violazioni della libertà del governo russo: aveva solo 17 anni e con una protesta non violenta ha fatto sentire la sua voce. Le immagini di lei, seduta a terra, dinanzi a un gruppo di soldati, intenta a leggere ad alta voce la Costituzione russa, rendendo evidente la contraddizione di chi guida il paese e nega i principi che vi sono contenuti, hanno fatto il giro del mondo. Arrestata, è stata condannata a due anni di arresti domiciliari. Ha continuato a denunciare e schierarsi contro il Cremlino, soprattutto per quanto riguarda la guerra in Ucraina.

Vladimir Putin e la "pulizia" della società

Le minacce ricevute fanno tornare non solo Olga ma tutti gli attivisti indietro di anni: la repressione e le censura in Russia sembrano trovare nuovamente il consenso del governo e di chi sostiene il presidente Putin. Solo ieri, in un discorso duro, Putin ha condannato tutti i russi che hanno lasciato la propria patria lasciandosi trascinare e affascinare dalle ricchezze occidentali sostenendo però che ciò ha permesso un'autopulizia della società: chi non ha lasciato la Russia è stato arrestato per aver protestato contro quella che lo stesso Putin ha vietato di poter definire guerra, in quanto missione speciale. Il popolo russo "sarà in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai traditori – le parole del presidente russo – e semplicemente li sputerà fuori come una mosca che gli è volata accidentalmente in bocca".

Ed è all'indomani di questo discorso che sono partite le intimidazioni nei confronti di giornalisti e attivisti per cui restare in Russia e continuare a fare il proprio lavoro è sempre più difficile. “Beh, sai, in tempi così difficili e in situazioni così responsabili ed emotivamente elevate, molte persone mostrano i loro veri colori. E così tante persone si mostrano… come traditori. Scompaiono dalle nostre vite", ha detto Peskov in un'intervista a Meduza. Alcune di queste persone lasciano semplicemente il paese, mentre altre "violano la legge" e vengono punite per questo, ha detto, aggiungendo che: "È così che avviene la pulizia".

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