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Non solo piante e animali: la Laudato sì è una enciclica contro relativismo e lobby

La lunga enciclica ecologica di papa Francesco non deve essere vista in modo riduttivo: al centro del testo del pontefice c’è la necessità di rimarcare la dignità dell’uomo contro arbitri e sopraffazioni.
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Papa Francesco
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Tra la miriade di documenti di Papi e congregazioni vaticane, tra encicliche, esortazioni, lettere, messaggi, esortazioni apostoliche, la “Laudato sì” è destinata ad occupare, senza dubbio, un posto di grande rilievo in futuro. Non solo: la prima “enciclica ecologica” della storia della Chiesa è destinata ad inaugurare un filone che sarà seguito anche dai futuri pontefici. Così come la “Rerum Novarum” di Leone XIII nel 1891 inaugurò la serie delle encicliche che hanno tracciato la “dottrina sociale della Chiesa”, punto di riferimento di politici ed intellettuali in tutto il mondo, così la “Laudato sì” sarà il punto di partenza di una nuova branca di studio per i pensatori cattolici che vogliano sviluppare il tema del rapporto tra uomo e ambiente. Sbaglia enormemente, però, chi voglia ridurre la “Laudato sì” ad un testo in cui parla solo di piante, animali e gas serra. L’enciclica ecologica non dovrà essere confinata in uno specifico campo, papa Francesco lo scrive: la Laudato sì entra a far parte del Magistero sociale della Chiesa, trattando anche di temi di morale come l’aborto o la tratta degli esseri umani da una prospettiva innovativa. Bisogna fare attenzione e non dare una lettura riduttiva della lunghissima enciclica papale.

La “Laudato sì” è, innanzitutto, un testo contro il relativismo dei nostri tempi: sui temi del rapporto tra l’uomo e l’ambiente circostante, il Papa vuole affermare con forza delle verità assolute, non suscettibili di discussione perché facenti riferimento a verità eterne. L’uomo è sì al centro del creato, ma come custode responsabile e non come dominatore assoluto. “Se non ci sono verità oggettive né principi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessità immediate, che limiti possono avere la tratta degli esseri umani, la criminalità organizzata, il narcotraffico, il commercio di diamanti insanguinati e di pelli di animali in via di estinzione? – è scritto nell’enciclica – Non è la stessa logica relativista quella che giustifica l’acquisto di organi dei poveri allo scopo di venderli o di utilizzarli per la sperimentazione, o lo scarto di bambini perché non rispondono al desiderio dei loro genitori?”

Una scelta coraggiosa ed al passo con i tempi, quella di Francesco, che ha deciso di andare avanti nonostante critiche che gli sono arrivate da più parti. C’è chi ha ritenuto che il tema ecologico dovesse essere messo in secondo piano in un periodo in cui la morale cattolica viene attaccato da più parti ed in cui i cristiani vengono perseguitati in Asia, in Africa e non solo lì. Altri hanno accusato il Papa di voler fare politica e di sostenere, nella sua enciclica, tesi contestate da diverse scuole di scienziati. E’ il caso, ad esempio, della dura presa di posizione contro il ruolo dell’uomo nel surriscaldamento globale della Terra: le lobby degli industriali del settore delle energie tradizionali, interessati a produrre sempre di più, anche a costo di inquinare, hanno già alzato la propria voce. Per papa Francesco, invece, gli interessi particolari devono cedere al bene comune: “Nelle condizioni attuali della società mondiale, dove si riscontrano tante in equità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica e ineludibile conseguenza, in un appello alla solidarietà e in una opzione preferenziale per i più poveri." Ecco, il cuore dell'enciclica resta l'uomo, che vive all'interno dell'ambiente e che deve essere difeso da arbìtri e sopraffazioni.

Papa Francesco, come ci ha insegnato in questi due anni e mezzo di pontificato, va avanti seguendo le sue idee, incurante degli attacchi. Il suo predecessore, Benedetto XVI, una volta disse che se, nel suo compito di pontefice, non gli fossero arrivate critiche, forse ciò stava a significare che non stava annunciando correttamente il Vangelo. Una frase simile potrebbe essere stata tranquillamente pronunciata anche da Bergoglio, il quale non ha paura di sfidare apertamente i potentati economici e sociali pur di riaffermare le proprie idee e le dottrine della Chiesa. Francesco insiste nel rimarcare che ecologismo ed ambientalismo non sono temi estranei alla Chiesa, ma temi sui quali la Chiesa può diventare un punto di riferimento, nel lavoro quotidiano per la “salvaguardia del creato”.  Una traccia di lavoro sulla quale dovranno lavorare i cattolici negli anni e nei decenni a venire.

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