Non solo l’Italia, la Commissione Ue bacchetta anche le manovre di Francia e Spagna
Non solo la manovra finanziaria dell'Italia ha fatto storcere il naso alla Commissione europea. Nel documento di valutazione sulle manovre finanziarie 2019 dei Paesi membri dell'Unione, numerosi sono i giudizi negativi che investono le leggi di bilancio presentate da altri Stati Ue. L'Italia ha subito sicuramente una pesante bocciatura, ma meglio non è andata a Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Slovenia. I cinque Paesi membri, infatti, sono stati "rimandati" e nel complesso le manovre finanziarie presentate sono state giudicate inadeguate in quanto i piani di bilancio pongono un rischio di non conformità ai requisiti del Patto di stabilità, condizione che potrebbe tradursi in un significativo scostamento dagli obiettivi di medio termine.
Per quanto riguarda la Francia, la Commissione ha giudicato insufficienti i progressi relativi alla riduzione del debito pubblico, al 98,7% del Pil, sia nel 2018 che nel 2019. L’altro rilievo mosso alla Francia riguarda invece la mancanza di indicazioni precise sul contenimento della spesa pubblica e di proposte concrete per la riforma del sistema pensionistico. Anche la manovra della Spagna contiene misure insufficienti alla riduzione del debito pubblico, oggi al 96,9% del Pil: il target indicato dal governo spagnolo per il 2019 è il 95,5%, inferiore a quello indicato dalla Commissione, ma gli aggiustamenti indicati in manovra non convincono la Commissione tanto più che la Spagna ha sì un deficit inferiore al 3% per il 2018, ma comunque tocca un valore più alto del target prefissato.
Per il Portogallo la Commissione parla di misure limitate e di un mancato utilizzo del calo degli interessi ai fini dell’abbattimento dell’indebitamento, stesse problematiche sono state rilevate anche per Belgio e Slovenia. A sorpresa, invece, la Grecia – appena uscita dalla procedura di infrazione, è stata promossa, seppur passando con una limitata sufficienza. Promosse anche le manovre finanziarie di Germania. Olanda, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Irlanda, Lituania, Malta e Cipro. Infine, per Estonia, Lettonia e Slovacchia – i cui budget sono considerati ampiamente conformi ai requisiti del Patto, la Commissione ritiene che potrebbe esserci qualche scostamento dagli obiettivi di medio termine.