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“Non servo alcol ai passeggeri”. La hostess musulmana viene sospesa

Charee Stanley, 40 anni, si è convertita all’Islam due anni fa e ha deciso che non avrebbero più contravvenuto alle regole per essere un buon musulmano. Una delle colleghe si è però lamentata per la sua “mancanza di dovere” e così la compagnia aerea ExpressJet l’ha sospesa dal lavoro.
A cura di B. C.
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Un’assistente di volo che lavora per la compagnia aerea ExpressJet è stata sospesa ed ora rischia il licenziamento. La motivazione apre sicuramente un dibattito in cui entrano in gioco religione e professionalità. Charee Stanley due anni fa si è convertita all’Islam e ha quindi ha appreso che tra le regole per essere per un buon musulmano non c’è solo il divieto di consumare alcolici, ma pure quello di offrirli al prossimo. Così ha chiesto di essere dispensata dal servire birra, vini e liquori ai passeggeri, cosa che comunque aveva sempre fatto prima della sua conversione. Dopo aver accettato per un breve periodo la sua richiesta, la ExpressJet avrebbe deciso di sospenderla. Ora Charee ha presentato una domanda di revoca del provvedimento alla Commissione per pari opportunità di lavoro sostenendo di essere stata discriminata.

Secondo quanto scrive il Daily Mail, nei primi mesi successivi alla sua decisione di cambiare religione, erano state le colleghe ad offrirsi di servire gli alcolici al suo posto. "Con la direzione della compagnia si è concordato che a servire gli alcolici ai passeggeri fosse l'altro assistente di volo dell'equipaggio – spiega Lena Masri, legale del Council dei rapporti tra americani e islamici  -. E sappiamo che questa formula ha funzionato bene e senza inconvenienti. Dopo tutto, era stata la stessa compagnia a suggerirla". Ma alla fine una di loro si è lamentata con i superiori della cosa dicendo che non faceva il suo dovere,  aggiungendo che aveva un libro con "scritti stranieri" e che indossava “un copricapo”.

Così la compagnia aerea ha informato la hostess della revoca della speciale ‘concessione’ e, quindi, della sospensione.  Il portavoce della compagnia, Jarek Beem, spiega che  "come ExpressJet, rispettiamo i valori di tutti i nostri lavoratori. Diamo pari opportunità a tutti e abbiamo una lunga storia di esperienze e voci diverse nella nostra squadra. Sul caso della signora Stanley, non possiamo commentare la sua vicenda personale".  Ma la Masri fa notare che tutti dovrebbero seguire liberamente la propria religione nell'ambiente di lavoro: "Questo caso punta a dimostrare che nessuno deve essere messo nelle condizioni di scegliere tra il lavoro e la religione e che è importante che nell'ambiente di lavoro la propria religione possa essere seguita liberamente".

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