“Non riconosco i volti di mio marito e dei miei figli, soffro di prosopagnosia”: la storia di Eleanor Flegg
Eleanor Flegg ha 56 anni, è una scrittrice e giornalista irlandese e soffre di una malattia rara, la prosopagnosia, che colpisce circa il 2-3 per cento della popolazione e attualmente non ha cura.
"Un giorno stavo camminando vicino casa mia quando ho incrociato lo sguardo di un bel ciclista dall'altra parte della strada. Mi ha sorriso e io sono arrossita. Poi, quando è sceso dalla bicicletta e si è avvicinato, ho capito che non era uno sconosciuto ma mio marito che conosco da più di 20 anni", ha raccontato la donna in una lunga intervista al quotidiano britannico Sun.
La malattia di cui soffre causa infatti un deficit percettivo del sistema nervoso centrale che impedisce a chi ne soffre di riconoscere i tratti di insieme dei volti delle persone.
"Crescendo mi sono sentita diversa e goffa in tante situazioni. La scuola secondaria è stata spesso opprimente perché, essendo tutti in uniforme, non riuscivo a riconoscere le persone dai loro vestiti. Mi è capitato spesso di parlare con qualcuno e poi scoprire che si trattava di un'altra persona, il che era imbarazzante", ha spiegato ancora la 56enne che soffre anche di autismo.
Con il tempo la donna si è resa conto che le sue difficoltà nel riconoscere le persone si verificavano più spesso quando era stanca o stressata e che era in grado con più probabilità di riconoscere qualcuno se aveva qualcosa di distintivo, come i capelli rossi o occhiali vistosi. "Tuttavia, non sapevo che ciò che stavo vivendo avesse un nome", ricorda la donna.
Flegg ha spiegato di aver avuto difficoltà nel riconoscere in diverse occasione anche i suoi figli. "Un giorno del 2013, ho visto un ragazzo che portava a spasso un levriero e ho pensato: ‘Wow, quel cane è proprio come il nostro'. Quando più tardi ho incontrato mio figlio, che allora aveva 17 anni, gliel'ho raccontato. Lui ha solo riso e ha detto: ‘Mamma, ero io!‘"
Come ha raccontato ancora la 56enne, la diagnosi è arrivata soltanto pochi anni fa. "Nel 2020 stavo scrivendo un romanzo che includeva un personaggio autistico. Mentre facevo ricerche sull'autismo, ho riconosciuto molti tratti in me stessa. Il gennaio successivo sono andata a fare una valutazione".
"Nei moduli mi si chiedeva se avevo difficoltà a riconoscere i volti ed è stato allora che ho capito che la cosa con cui avevo lottato aveva un nome: prosopagnosia. È stato davvero gratificante ricevere la diagnosi e iniziare il lungo processo di accettazione di me stessa".
Dopo averne parlato con la madre, Flegg ha fatto un'altra scoperta: "Mi ha detto di aver avuto le stesse difficoltà per tutta la vita. Non ne avevo idea. A quanto pare la prosopagnosia può essere ereditaria".
Come già spiegato, attualmente non esiste una cura per questa rara patologia. Ma la 56enne dice che comunque non la vorrebbe. "La mia malattia ormai fa parte di ciò che sono", ha detto nell'intervista.
"Mio marito scherza dicendo che si farà un tatuaggio sulla fronte così lo riconoscerò!", ironizza la 56enne che sui social condivide spesso racconti sulle sue giornate e sulle sue difficoltà. "Ho trovato molto supporto su TikTok, dove faccio spesso dei video. Voglio che le persone sappiano che non sono sole".