“Non ci aspettavamo un crollo simile di Israele”: persino Hamas è stupita del successo del suo attacco
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"Ci siamo preparati bene per questa guerra e per affrontare tutti gli scenari, anche quello di una guerra lunga". A parlare è Ali Barakeh, alto funzionario di Hamas in esilio a Beirut, che in una intervista all'Associated Press ha raccontato cosa c'è dietro l'attacco di sabato scorso contro Israele.
Barakeh, che è stato per anni rappresentante di Hamas in Libano, ora è incaricato di coordinare le altre fazioni palestinesi. Secondo quanto rivelato all'agenzia di stampa, solo un piccolo numero di alti comandanti a Gaza era a conoscenza dell’incursione su vasta scala lanciata in Israele, ma che alleati come l’Iran e gli Hezbollah libanesi, del cui aiuto non si sono avvalsi in fase di preparazione dell'aggressione, "si uniranno alla battaglia se Gaza sarà sottoposta ad una guerra di annientamento".
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L’attacco di sabato, che è stato pianificato circa un anno fa, ha colto completamente di sorpresa i servizi militari e di intelligence israeliani, mentre centinaia di uomini armati di Hamas si sono riversati in diverse città, uccidendo centinaia di soldati e civili e catturandone decine di altri.
Barakeh ha aggiunto anche che Hamas è rimasto scioccato dalla portata dell’operazione, soprannominata Alluvione Al-Aqsa Storm, affermando che si aspettava che Israele prevenisse o comunque limitasse l'attacco. "Siamo rimasti sorpresi da questo grande crollo – sono state le parole di Barakeh -. Questo esercito si è dimostrato una tigre di carta".
Israele, intanto, ha dichiarato guerra totale e ha promesso di punire Hamas. La mobilitazione di 300mila riservisti israeliani ha aumentato la prospettiva di un’invasione di terra o addirittura di una rioccupazione di Gaza. L'esercito israeliano afferma di aver già ucciso centinaia di militanti e bombardato numerosi obiettivi di Hamas. Ma Barakeh dal canto suo ha risposto che Hamas finora ha impiegato solo un piccolo numero delle proprie forze: circa duemila combattenti hanno preso parte agli ultimi scontri, su un esercito di 40mila nella sola Gaza.
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Barakeh ha concluso affermando che il gruppo utilizzerà le decine di israeliani catturati nel raid per garantire il rilascio di tutti gli arabi detenuti nelle carceri israeliane e persino di alcuni palestinesi imprigionati negli Stati Uniti con l’accusa di finanziare Hamas. "Ci sono palestinesi detenuti in America. Chiederemo il loro rilascio", ha detto, senza specificare a chi si riferisse.