video suggerito
video suggerito
Covid 19

“Non bastano due dosi di vaccino contro Omicron”: lo studio di Israele sulla variante del virus

Secondo uno studio israeliano sulla variante Omicron tre dosi di vaccino Pfizer contro il Covid-19 assicurano una protezione significativa contro la malattia grave.
A cura di Annalisa Cangemi
95 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Non basterebbero due dosi di vaccino Pfizer contro la variante Omicron. Dopo la seconda inoculazione del vaccino, trascorsi 5 o 6 mesi, non ci sarebbe più "alcuna protezione" contro la variante del virus. A dirlo è uno studio israeliano, condotto dallo Sheba Medical Center di Tel Aviv.

Stando alla ricerca la dose booster offrirebbe invece una protezione "significativa" contro la malattia grave, anche se "4 volte meno" di quella offerta in presenza della variante Delta. I risultati dello studio sono stati presentati durante una conferenza stampa dalla professoressa Gili Regev Yochay del centro di Tel Aviv, dopo un'analisi condotta confrontando due gruppi di sanitari della struttura, venti persone vaccinate con due dosi (vaccinazione completata 5-6 mesi prima), e altre 20 che avevano ricevuto anche il booster (con richiamo effettuato un mese prima). Questi dati sembrano compatibili con quelli diffusi dal colosso farmaceutico Pfizer-BionTech pochi giorni fa. Sul punto però, come ha ricordato anche il ministro della Salute Speranza, bisogna attendere che si esprimano anche le autorità internazionali, come l'Oms, l'Ema e la nostra Aifa.

Oggi in Israele sono stati individuati 20 nuovi casi, che portano a 55 il numero di casi riconducibili alla nuova variante nel Paese. Un numero destinato a salire dal momento che vi sono altri 51 casi sospetti, per i quali non sono stati ancora ricevuti i risultati finali. Dei 55 casi, 36 sono persone rientrate dall'estero, sia dall'Africa che dall'Europa, 11 hanno avuto contatti con persone rientrate dal Sud Africa e l'Inghilterra ed 8 sono casi di trasmissione interna.

La variante Omicron del virus SarsCoV2 presenta un'alta contagiosità, e anche se i casi in Italia non sono molti, secondo le previsioni, a gennaio potrebbero superare i 20mila, e diventare la variante dominante. Basta osservare quanto sta succedendo in Gran Bretagna, dove i casi di Omicron stanno raddoppiando in modo esponenziale ogni tre giorni. Quello che gli scienziati sperano è che accanto a una grande contagiosità l'infezione dovuta a questa mutazione sia caratterizzata da sintomi lievi. Il fisico Roberto Battiston, professore all'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), ha dichiarato oggi che sebbene i casi in Italia siano poche decine "fra qualche settimana potrebbero essere molti di più". Ma è necessario "verificare che la velocità di raddoppio sia la stessa anche in Italia dove vigono regole e restrizioni maggiori rispetto alla Gran Bretagna".

Al momento "sappiamo che la variante Omicron si diffonde molto rapidamente, non sappiamo ancora con certezza se evada o meno il vaccino. Sembra però – osserva Battiston – che la dose booster fornisca una forte difesa rispetto alla malattia, ma non è chiaro se questo valga anche per la contagiosità". Sul punto sono ancora in corso degli studi.

95 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views