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Nobel per la Pace 2014: vincono Malala Yousafzay e Kailash Satyarthi

Il comitato norvegese del prestigioso riconoscimento lo ha assegnato loro “per l’impegno contro la sopraffazione nei confronti dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini a un’istruzione”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il premio Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato all'attivista indiano per i diritti dei bambini Kailash Satyarthi ed alla pachistana Malala Yousafzay (nella foto) “per il loro impegno contro la sopraffazione nei confronti dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini a un’istruzione”.  Il comitato norvegese del prestigioso riconoscimento quest'anno ha dovuto esaminare un numero record di candidature, ben 278. Papa Francesco risultava tra i papabili vincitori assieme alla ‘talpa del Datagate' Edward Snowden, oltre alla alla giovane pachistana, sopravvissuta nell' ottobre 2012 a un attentato da parte dei Talebani, che le hanno sparato nella Valle di Swat proprio con l'obiettivo di interrompere il suo impegno a favore dell'istruzione femminile.

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"Nonostante la sua giovane età (a 17 anni è la vincitrice più giovane dell'ambito premio) Malala Yousafzay ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all'istruzione ed ha mostrato con l'esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose", spiega il presidente della giuria. "Attraverso la sua lotta eroica è diventata una portavoce importante del diritto delle bambine all'istruzione".

Premio Nobel per la pace 2014 guarda ai diritti dei bambini

La coppia di attivisti si è sempre battuta per i più piccoli e per il loro diritto all’istruzione."I bambini -si legge nel comunicato che accompagna il Premio Nobel per la Pace- devono poter andare a scuola e non essere sfruttati per denaro. Nei Paesi più poveri del mondo, il 60 per cento della popolazione ha meno di 25 anni d’eta; ed è un prerequisito per lo sviluppo pacifico del mondo che i diritti dei bambini e dei giovani vengano rispettati. Nelle aree devastate dalla guerra, in particolare -si legge ancora nella motivazione della celebre Accademia- gli abusi sui bambini portano al perpetuarsi della violenza generazione dopo generazione".

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