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Covid 19

No, in Austria non è stato bloccato il vaccino AstraZeneca a causa della morte di un’infermiera

In Austria una infermiera di 48 anni è morta una decina di giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca ed una sua collega di 35 anni è finita in terapia intensiva dopo aver sviluppato un’embolia polmonare. Il lotto di vaccino in questione è stato ritirato, ma solo per sicurezza. Secondo le autorità locali, infatti, “non c’è collegamento tra i tre eventi se non una successione temporale, che potrebbe essere del tutto casuale”.
A cura di Ida Artiaco
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Giorni fa ha fatto il giro dei giornali internazionali la notizia del decesso di una infermiera austriaca una decina di giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid AstraZeneca con la conseguente decisione da parte del governo di Vienna di ritirare in via del tutto precauzionale il lotto di cui faceva parte la dose di siero in questione. Il tema è tra i più discussi in questo periodo e per questo è necessario fare chiarezza. Le stesse autorità austriache hanno infatti subito sottolineato che intendono portare a termine la campagna di vaccinazione perché il decesso della donna non è in alcun modo collegato alla somministrazione del vaccino, seppur ci siano indagini in corso per ricostruire esattamente quanto successo. Insomma, non c'è stato allo stato dell'arte alcun effetto collaterale del vaccino messo a punto dal colosso anglo-svedese e dall'Università di Oxford. Ma procediamo con ordine.

Come riporta il quotidiano locale Der Standard, qualche giorno fa si è verificato il decesso di una infermiera a Zwettl, nella Bassa Austria, che una decina di giorni prima aveva ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. Era il 6 marzo scorso. Una collega più giovane, sui 35 anni, che come lei lavorava allo Zwettl State Hospital, è stata trattata poco dopo anch'essa in terapia intensiva, ma poi le sue condizioni sono nettamente migliorate ed è in via di guarigione. Entrambe avevano sviluppato un'embolia polmonare, che solo in un caso aveva avuto un esito tragico. I medici hanno subito sottolineato come non esista alcun nesso dimostrato di causalità tra la vaccinazione e la successiva trombosi, se non una successione temporale, che potrebbe essere del tutto casuale. "Questa patologia non risulta essere tra gli effetti collaterali noti o tipici del vaccino. E anche le analisi internazionali immediatamente avviate non hanno evidenziati altri casi simili – si legge sul sito dell'ufficio federale -. Allo stato attuale tutte le indagini necessarie, con il coinvolgimento dei rispettivi esperti sono in corso a pieno ritmo per poter escludere completamente un possibile collegamento. Per sicurezza, le scorte rimanenti del lotto di vaccino interessato non verranno più distribuite".

Dunque, il lotto (ABV5300) è stato ritirato solo per sicurezza. Dei fatti è stata informata sempre per precauzione anche l'Ema, che proprio questo pomeriggio ha pubblicato una nota con la quale ha confermato che ulteriori studi non suggeriscono alcun problema specifico con il lotto utilizzato in Austria ma che per sicurezza verranno fatti ulteriori approfondimenti. "Non ci sono attualmente indicazioni che la vaccinazione abbia causato queste condizioni, che non sono elencate come effetti collaterali di questo vaccinosi legge nella nota -. Sebbene un difetto di qualità sia considerato improbabile in questa fase, la qualità del lotto è in fase di studio. Il comitato per la sicurezza PRAC dell'Ema sta esaminando questo problema e i casi segnalati con il lotto, nonché tutti gli altri casi di eventi tromboembolici e altre condizioni correlate a coaguli di sangue, segnalati dopo la vaccinazione. Le informazioni finora disponibili indicano che il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore a quello osservato nella popolazione generale. Il PRAC continuerà la sua valutazione di qualsiasi potenziale problema con il lotto, nonché la sua revisione degli eventi tromboembolici e delle condizioni correlate".

Per questo, la campagna di vaccinazione continua senza problemi. Al momento sono oltre 800.000 le dosi somministrate, ed entro il fine settimana si prevede di raggiungere il milione. "Possiamo già vedere gli effetti della vaccinazione. Ci sono un numero significativamente inferiore di malattie negli anziani e negli ospiti deelle case di cura", ha spiegato in conferenza stampa Katharina Reich, direttrice generale per la sanità pubblica al ministero della Salute, secondo la quale presto potrebbero essere allentate alcune delle misure restrittive ancora in vigore.

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