“No fly zone limitata sull’Ucraina”: l’appello di 27 esperti all’amministrazione Usa
Un gruppo di esperti di politica estera ha chiesto una "no fly zone limitata" sull'Ucraina che protegga i corridoi umanitari stabiliti e scoraggi i bombardamenti da parte dei russi per permettere l'evacuazione dei civili. La richiesta è contenuta in una lettera che 27 esperti di politica estera hanno indirizzato all'amministrazione Biden, pubblicata in esclusiva da Politico. "Quello che cerchiamo è il dispiegamento di aerei americani e della NATO non in cerca di uno scontro con la Russia, ma per scongiurare e scoraggiare i bombardamenti che provocherebbero una massiccia perdita di vite ucraine. Ciò si aggiunge alla richiesta dei leader ucraini di velivoli A-10 e MIG-29 per aiutare gli ucraini a difendersi, che pure sosteniamo anche fortemente", si legge nella missiva.
"È tempo che gli Stati Uniti e la NATO intensifichino il loro aiuto agli ucraini prima che altri civili innocenti cadano vittime della follia omicida di Putin", scrivono i 27 esperti capeggiati dal co-fondatore della Fondazione USA-Ucraina Robert McConnell, secondo Politico. Tra gli altri firmatari, compaiono anche l'ex comandante supremo della NATO, il generale Philip Breedlove, l'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina William Taylor e l'ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la NATO Kurt Volker.
"L'invasione dell'Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin è stata premeditata, non provocata e ingiustificata e ha creato la più grande crisi nel continente europeo dalla fine della seconda guerra mondiale", hanno aggiunto, sottolineando che "nonostante gli sforzi davvero eroici dei soldati ucraini e dei cittadini per resistere alle forze russe, l'esercito di Putin è pronto per ulteriori attacchi alle principali città, inclusa la capitale Kiev. Prendendo di mira edifici residenziali, ospedali e complessi governativi, nonché centrali nucleari, le forze russe saranno responsabili di un bilancio delle vittime ancora più alto".
La lettera arriva dopo il no della Nato alle richiesta a sua volta avanzata dal presidente ucraino Zelensky, che aveva fatto pressioni per la no fly zone sul suo Paese. "Abbiamo la responsabilità come alleati della Nato, di prevenire che questa guerra si estenda oltre l'Ucraina. Perché sarebbe ancora più pericoloso, più devastante e costerebbe ancora più sofferenza umana", aveva spiegato nei giorni scorsi il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg. Dare l'ok alla no fly zone significherebbe in altre parole portare il conflitto ad un livello mondiale. Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva difeso la decisione presa "perché questo coinvolgerebbe direttamente la Nato nel conflitto, e scatenerebbe un conflitto almeno a livello continentale che avrebbe degli effetti devastanti su tutta l'Europa e questo non lo vogliamo".