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Covid 19

“No ai tamponi, sì alla libertà”, in Cina proteste senza precedenti contro politica zero-Covid

Da settimane ormai nel Paese vanno avanti manifestazioni di protesta che hanno coinvolto ora anche le università con migliaia di studenti scesi in piazza urlando slogan contro il governo cinese e la sua strategia anti covid.
A cura di Antonio Palma
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Proteste senza precedenti in Cina contro le restrizioni anti-contagio e la severissima politica Zero covid imposta da Pechino ai suoi cittadini. Da settimane ormai nel Paese vanno avanti manifestazioni di protesta che hanno coinvolto ora anche le università con migliaia di studenti scesi in piazza urlando slogan contro il governo e la sua strategia anti covid che prevede lunghi e severi lockdown anche al minimo focolaio.

Una grossa manifestazione è andata in scena nelle scorse ore all'università Tsinghua di Pechino. Quando in Italia era notte. "Alle 11:30 gli studenti hanno iniziato a mostrare dei cartelli all'ingresso della mensa, poi si sono aggiunte sempre più persone. Ora ci sono dalle 200 alle 300 persone… Abbiamo cantato l'inno nazionale e l'Internazionale e abbiamo gridato ‘la libertà prevarrà'", ha raccontato all'agenzia di stampa Afp uno studente presente alla protesta

Tutto sarebbe nato da una studentessa che ha iniziato reggendo un foglio di carta bianca – un gesto che è diventato il simbolo della protesta contro la censura in Cina – ed è stata raggiunta da altre ragazze. "Abbiamo cantato l'inno nazionale e l'Internazionale e abbiamo gridato: ‘la libertà prevarrà, ‘no ai test covid, vogliamo il cibo', ‘no al confino, vogliamo la libertà'", ha raccontato il testimone.

La protesta è stata immortala in alcuni video pubblicati online prima di essere cancellati. Nei filmati si sentono anche slogan contro il governo che potrebbero costare molto cari ai manifestanti. "Democrazia e stato di diritto, libertà di espressione", si sente in un video mentre in altri i ragazzi contestano: "Questa non è una vita normale, ne abbiamo abbastanza. La nostra vita non era così prima!".

I video e le testimonianze su social indicano però che le proteste anti covid sono scoppiate in molte e università cinesi tra sabato e domenica mattina. A Shanghai, ad esempio centinaia di persone hanno urlato “Dimettiti, Xi Jinping! Dimettiti, Partito Comunista!” in una sfida senza precedenti al partito unico. Anche nella provincia orientale di Jiangsu, dozzine di studenti dell'Università cinese della comunicazione di Nanchino si sono riuniti con slogan e cartelloni contro le regole covid sfidando le autorità cinesi.

La protesta è stata poi interrotta dalle guardie di sicurezza e dalla polizia che ha usato  manganelli e spray al peperoncino.

Sebbene siano complessivamente bassi in numeri assoluti, i casi covid in Cina negli ultimi giorni hanno raggiunto livelli che non si vedevano da tempo con quasi 40mila nuove infezioni segnalate domenica. La politica zero covid, che comporta la chiusura di interi quartieri e città, rende dunque difficilissimo poter vivere normalmente. Molti in lockdown hanno riferito di condizioni terribili, tra cui consegne di cibo interrotte che hanno causato la fame tra i residenti.

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