Nizza, la rete che ha aiutato l’attentatore: 5 arresti
L'attentatore della strage di Nizza, Mohamed Lahaouiej Bouhlel, ha potuto contare su una rete di fiancheggiatori da lui ben conosciuti per preparare con cura l'assalto sulla Promenade des Anglais con il camion il 14 luglio durante la festa nazionale francese, costato la vita a 84 persone tra cui sei italiani. È quanto emerge dall'inchiesta della procura antiterrorismo francese che ieri ha portato all'arresto di cinque persone ritenute connesse in qualche modo alla strage di Nizza.
Secondo il procuratore parigino Francois Molins, a cui è stato affidato il coordinamento dell'indagine sul caso, l'autista killer infatti ha potuto preparare la strage di Nizza per mesi, al contrario di quanto si era pensato nei giorni immediatamente dopo l'attentato e a differenza di quanto aveva fatto capire lo stesso governo centrale. Nel dettaglio, tre dei fermati sono stati formalmente incriminati per "complicità in omicidio commesso da un gruppo con legami terroristici", mentre per gli altri due, sempre considerati vicini a Mohamed Lahaouiej Bouhlel, è scatta l'incriminazione per violazione della legge sulle armi. Per tutti è stata confermata la custodia in carcere. Secondo la magistratura francese, ognuno di loro avrebbe avuto un ruolo specifico nell'attentato, dalla semplice consegna delle armi alla preparazione vera e propria dell'assalto.
L'uomo principale nel mirino degli inquirenti sarebbe il 37enne Choukri C., un incensurato fermato domenica. Sarebbe l'uomo che è stato visto in alcune foto nel camion al fianco del killer e protagonista di uno scambio di messaggi inquietanti con l'attentatore. "Carica il camion, metti dentro 10mila tonnellate di ferro, spacca i freni…", avrebbe scritto il 37enne a Bouhlel. Inoltre gli inquirenti sospettano che a sua volta stesse preparando un altro attentato visto che è il soggetto di una serie di messaggi in cui il killer di Nizza chiede al suo fornitore di armi di portarne "cinque dall'amico".
Un altro degli arrestati infatti è proprio il presunto fornitore di armi, il franco-tunisino di 22 anni Ramzy A., già conosciuto alle forze dell'ordine per reati comuni e fermato sabato scorso. A lui infatti era indirizzato il messaggio inviato dal killer di Nizza pochi minuti prima della strage in cui Lahouaiej Bouhlel si congratula per la pistola fornita. In casa dell'uomo oltre a droga e 2500 euro in contanti trovato anche un kalashnikov. Per la questione armi però sotto inchiesta sono finiti anche una coppia di albanesi formata da Artane H. e Enkeledja Z., sospettati di aver fornito fisicamente la pistola calibro 7.65 usata dall'attentatore con l'intermediazione di Ramzy. Infine in manette è finito anche Mohamed Whalid G., un franco-tunisino di 40 che vive a Nizza da molti anni ed è ritenuto amico stretto dell'attentatore.