Nigeria, nuovi attacchi contro i cristiani: morti nel nord del Paese
Non accenna a fermarsi la strage di cristiani in Nigeria: dallo scorso venerdì il Paese è, infatti, nuovamente sotto attacco. L’ultimo bilancio riferito da un leader del gruppo etnico Sayawa parla di almeno nove persone uccise e di dodici feriti in una città del nord, nello stato di Bauchi. Un attacco avvenuto dopo quello più grave di venerdì scorso a Kano, nel nord della Nigeria, poi rivendicato dai miliziani di Boko Haram, e che ancora non registra un bilancio “ufficiale”.
Secondo una fonte ospedaliera sarebbero, infatti, almeno 250 le persone decedute ma il conto delle vittime potrebbe anche essere ancora più grave dato che molti di coloro che compaiono tra i feriti versano in condizioni molto gravi. Le violenze degli ultimi giorni seguono quelle del periodo di Natale quando nella capitale Abuja le bombe avevano ucciso 44 persone.
La condanna dell’Unione europea
La situazione si fa dunque sempre più grave ed è stata condannata dall’Unione europea che ha espresso il suo sostegno “alla vasta maggioranza di cittadini nigeriani che hanno una lunga tradizione di tolleranza religiosa”. Catherine Ashton, il capo della diplomazia europea, secondo quanto riferito dal suo portavoce “è profondamente colpita e rattristata dall’ultima ondata di attacchi terroristici” e discuterà con in governo nigeriano per mettere in atto azioni concrete per sostenere la pace, la sicurezza e lo sviluppo del Paese.
Il presidente della Nigeria a Kano
Nigeria, visita del presidente a Kano
Il presidente Goodluck visita la città teatro della strage di venerdì scorso
Il presidente Goodluck Jonathan è intanto giunto nel tardo pomeriggio di ieri a Kano per sincerarsi personalmente della strage della notte tra venerdì e sabato e ha ispezionato i siti istituzionali, commissariati di polizia e quartier generale dei servizi segreti. Il presidente ha dichiarato che il governo provvederà a trovare i colpevoli di questo sangue e ha annunciato che sono stati eseguiti già alcuni arresti.
Vi assicuro che il governo federale non si fermerà finché i colpevoli non saranno presi. Vivono tra di noi, non sono spiriti né fantasmi. Tutto quello che noi cerchiamo è la cooperazione di uomini e donne per aiutare gli agenti a trovare le informazioni necessarie.