Nigeria, liberate 82 studentesse ridotte in schiavitù dagli integralisti di Boko Haram
Sono state liberate dopo tre anni di schiavitù 82 delle 276 studentesse rapite in Nigeria dal gruppo estremista di Boko Haram nel 2014. Una notizia che la comunità internazionale aspettava con ansia e che è stata confermata da fonti ufficiali, anche se c'è confusione sul numero esatto delle ragazze tornate in libertà. Secondo alcuni media locali, infatti, non sarebbero più di cinquanta. Stando alle prime informazioni, il rilascio è avvenuto in una località vicina al confine con il Camerun e sarebbe il frutto di un lungo negoziato tra il governo federale e i miliziani. Le giovani si trovano al momento a Banki, nello stato di Borno, in attesa di essere trasferite nel loro villaggio di origine.
Le studentesse, per lo più di religione cristiana, erano state rapite dal dormitorio di una scuola di Chibok, nel nord del Paese, nell'aprile di tre anni fa. Almeno 57 di loro riuscirono a scappare poche ore dopo il sequestro, ma per le restanti 219 è cominciato un vero e proprio inferno. A ottobre dello scorso anno erano state rilasciate altre 21 ragazze, probabilmente in seguito a uno scambio di prigionieri con i guerriglieri di Boko Haram e con la mediazione della Croce rossa internazionale. Anche in questo caso, il rilascio sarebbe avvenuto con la stessa modalità, proprio dietro scambio di alcuni sospetti militanti islamici detenuti, come ha dichiarato il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, che riceverà le ragazze nella capitale Abuja.
La vicenda, che aveva attirato sul paese africano i riflettori di mezzo mondo, dando origine al movimento globale che chiedeva la liberazione delle ragazze denominato "Bring Back Our Girls", non è però ancora conclusa. Resta un mistero il destino di altre 113 giovani, ancora schiave degli integralisti islamici. Da quando hanno avviato la loro jihad contro il governo di Abuja, i Boko Haram hanno ucciso oltre 20mila persone e costretto oltre 20 milioni di cittadini ad abbandonare i loro villaggi.