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Nigeria, liberate 110 ragazze rapite da Boko Haram: “Ma non mandatele più a scuola”

I jihadisti di Boko Haram hanno liberato 110 studentesse che avevano rapito il mese scorso in un collegio femminile a circa 270 chilometri da Chibok. Ma a condizione che i loro genitori “non le mandino più a scuola”. In nove anni gli estremisti hanno ucciso più di 20mila persone e creato due milioni e mezzo di sfollati.
A cura di Ida Artiaco
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Circa 110 ragazze sono state liberate nelle ultime ore da Boko Haram. Le giovani, tutte studentesse, erano state rapite il mese scorso dal gruppo di jihadisti della Nigeria, come ha ricordato la Bbc online, dando la notizia della loro liberazione. Ma a una condizione, e cioè che i loro genitori "non le mandino più a scuola". I terroristi le avevano, infatti, prelevate lo scorso 21 febbraio mentre si trovavano nella Government Girls Science and Technical School, il collegio femminile di Dapchi, un villaggio nello stato di Yobe, a circa 270 chilometri da Chibok. Di queste, cinque sarebbero morte. A riportale indietro sarebbero stati gli stessi estremisti. "I militanti di Boko Haram – si legge sul quotidiano Sahara Reporters – sono venuti disarmati, hanno scambiato i convenevoli con i leader della comunità e se ne sono andati dopo aver fatto scendere le adolescenti dagli stessi nove camion che le avevano prelevate".

Quando il mese scorso i jihadisti hanno fatto irruzione nella scuola, erano travestiti da soldati. Avevano detto loro di dover intervenire per salvarle da un attacco degli estremisti annunciato dal governo qualche ora prima e con questa scusa si sono intrufolati all'interno dell'istituto, come hanno raccontato alcune studentesse, riuscite a fuggire, e il custode. Da allora per più di cento ragazze è cominciato un vero e proprio incubo, da cui sono però riuscite a svegliarsi nelle ultime ore.

Un epilogo decisamente diverso da quello della vicenda delle 280 ragazze che una notte di quattro anni fa, sempre a Chibok, furono letteralmente strappate dai loro letti nel collegio femminile e ridotte in schiavitù da Boko Haram. La loro liberazione fu ripetutamente chiesta attraverso la campagna #BringBackOurGirls. Centinaia sono riuscite a ricongiungersi con le loro famiglie, ma tante altre sono ancora nelle mani degli estremisti, che le sfruttano sessualmente e le costringono a immolarsi come kamikaze. Negli ultimi nove anni l’organizzazione terroristica jihadista sunnita diffusa nel nord della Nigeria, alleatasi nel 2015 con l’Isis, ha ucciso più di 20mila persone in tutto il Paese e creato più di due milioni e mezzo di sfollati.

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