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Covid 19

Niente ossigeno negli ospedali: Bolsonaro indagato in Brasile

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e il Ministro della Salute Eduardo Pazuello sono indagati per le loro negligenze in relazione alla pandemia di Covid-19 a Manaus, capitale del grande stato di Amazonas alle prese con una seconda ondata di contagi spaventosa. Nella città erano persino finite le scorte di ossigeno negli ospedali.
A cura di Davide Falcioni
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La Procura Generale brasiliana ha aperto un'inchiesta nei confronti del presidente Jair Bolsonaro e del Ministro della Salute Eduardo Pazuello per le loro presunte negligenze in relazione alla pandemia di Covid-19 a Manaus, capitale del grande stato di Amazonas alle prese con una seconda ondata di contagi spaventosa. A renderlo noto l'agenzia stampa Reuters, che ricorda come nella città – di oltre 2 milioni di abitanti – le infezioni siano aumentate in modo esponenziale mettendo in seria crisi le strutture sanitarie. In particolare il Procuratore Generale Augusto Aras intende indagare sulla carenza di ossigeno all'interno degli ospedali, circostanza che ha costretto il governo a trasferire centinaia di pazienti gravi in altri stati con appositi voli militari. In molti, tuttavia, non sono sopravvissuti alla fatica del viaggio e sono morti.

Manaus
Manaus

A sollevare il caso presso la Procura Generale, puntando il dito sulle negligenze del presidente Bolsonaro e del Ministro della Salute Pazuello, sono stati otto parlamentari del Partito comunista brasiliano, organizzazione di estrema sinistra che fin dall'inizio della pandemia accusa Bolsonaro di aver gravemente sottovalutato le conseguenze della pandemia. Il Procuratore Generale Augusto Aras ha reso noto di aver avviato un'indagine preliminare, preludio a una possibile imputazione che – tuttavia – richiederebbe il via libera da parte di un giudice. "Se scopriremo che il presidente e il ministro hanno commesso degli illeciti presenteremo la documentazione alla Corte Suprema", ha spiegato Aras.

Da settimane Manaus, capitale dello stato di Amazonas, sta fronteggiando un'escalation di contagi e morti: a lungo i malati di Covid non hanno trovato più posti negli ospedali, dove all'improvviso sono finite le bombole d'ossigeno e i medici sono stati costretti a lavorare fino a 36 ore consecutive. Molti pazienti sono deceduti a causa delle gravissime carenze organizzative nelle strutture sanitarie, carenze che tuttavia erano state più volte segnalate alle autorità e al Ministero della Salute. Il governo brasiliano, e in primis il presidente Bolsonaro, ha fin dall'inizio minimizzato la pandemia paragonando il coronavirus a una "piccola influenza" e attaccando le amministrazioni locali che imponevano misure di contenimento, come la chiusura di bar e ristoranti e il divieto di uscire di casa se non per motivi di necessità. A smentire Bolsonaro sono stati i numeri: il Brasile è oggi il terzo paese del mondo per numero di contagi (quasi 9,5 milioni) e il secondo per numero di morti (oltre 228mila).

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