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Nicola, scomparsa nel nulla: dopo 3 settimane la svolta delle indagini, trovato cadavere nel fiume

A tre settimane dalla scomparsa di Nicola Bulley un cadavere, che potrebbe appartenere alla donna, è stato trovato in un fiume a poca distanza da dove fu vista l’ultima volta.
A cura di Davide Falcioni
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La donna scomparsa
La donna scomparsa

Potrebbe essere a una svolta il giallo della scomparsa di Nicola Bulley, la donna di 45 anni madre di due figli di 6 e 9 anni di cui non si hanno notizie dal 27 gennaio, quando sparì senza lasciare tracce dopo aver portato il suo cane a fare una passeggiata lungo il fiume Wyre, in una cittadina del Lancashire,  St Michael's on Wyre, nel nord dell’Inghilterra.

A oltre tre settimane dalla sparizione della 45enne il caso potrebbe essere arrivato a un drammatico epilogo. Il corpo di una donna è infatti stato ritrovato a circa un chilometro da dove era stata vista l'ultima volta: "Siamo senza parole, dobbiamo essere forti", ha commentato il marito Paul Ansell, in attesa dell'identificazione ufficiale.

Il cellulare della donna scomparsa trovato sulla panchina
Il cellulare della donna scomparsa trovato sulla panchina

Il sospetto che il cadavere rinvenuto appartenga a Nicola è tuttavia fondato: la stessa polizia del Lancashire ha infatti informato la famiglia della signora Bulley, spiegando che vi sono molte probabilità che il corpo appartenga proprio alla 45enne. La polizia ha reso noto di aver ricevuto una chiamata alle 11:36 di ieri con la segnalazione sulla presenza di un cadavere nel fiume Wyre, vicino a Rawcliffe Road, a meno di un miglio dal punto in cui Bulley è stato visto l'ultima volta.

Gli investigatori erano stati duramente criticati in queste settimane e accusati di incompetenza; nel corso di una conferenza stampa tenuta una settimana fa il responsabile delle indagini aveva rivelato, tra lo stupore generale, che Nicola aveva "significativi problemi con l'alcol a causa delle sue difficoltà a gestire l'arrivo della menopausa".

L'improvvida uscita della polizia aveva provocato una levata di scudi anche a livello politico, tanto che la ministra per i Rapporti col Parlamento, Penny Mordaunt, aveva accusato la polizia di sessismo, mentre la deputata conservatrice Alicia Kearns aveva parlato di "colpevolizzazione della vittima". Era stata però soprattutto la famiglia di Nicola a rispondere che la donna non avrebbe gradito che venissero diffuse informazioni strettamente personali.

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