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New York, il sindaco De Blasio: “Carta d’identità ai clandestini”

Il sindaco della Grande Mela: “A tutti i miei concittadini immigrati senza documenti: questa città è anche vostra”.
A cura di Biagio Chiariello
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“A tutti i miei concittadini che sono senza documenti, io dico: New York è anche la vostra casa e non costringeremo nessuno dei nostri a vivere nell’ombra", così il sindaco di New York Bill de Blasio pronunciando il suo discorso alla città nel Queens lunedì. Il primo cittadino della Grande Mela vorrebbe garantire dei documenti d’identità ai circa 500mila immigrati irregolari che vivono nella città. De Blasio ha usato il termine "undocumented", un termine che non implica una criminalizzazione, anche se ha spiegato che senza documenti non si può aprire un conto in banca, prendere una casa in affitto o un libro in prestito in una biblioteca. Semplicemente non è possibile avere accesso ai servizi basilari offerti da NYC. L'idea del neosindaco di New York anticipa la messa in atto della riforma dell’immigrazione voluta da Barack Obama, bloccata al Congresso dalla destra repubblicana. "Noi non possiamo aspettare i tempi lunghi di Washington. Se c’è uno stallo politico a livello federale, non è una scusa perché New York abdichi alle proprie responsabilità" commenta De Blasio.

Il suo obiettivo è quello più generale di sconfiggere la disuguaglianza e garantire un salario minimo garantito in una città in cui il 46% della popolazione vive vicino alla soglia di povertà. “La verità della nostra città oggi – ha detto– è il racconto di due città divise dal divario della disuguaglianza, una distanza che minaccia il nostro futuro". Ma come spiega il New York Times il progetto di de Blasio deve essere approvato dal consiglio della città, inoltre come spiega Javier H. Valdes, membro di un’associazione per la regolarizzazione degli immigrati irregolari, "avere la carta d’identità potrebbe essere interpretato come sinonimo d'illegalità, una specie di lettera scarlatta”.

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