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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Netanyahu parla all’Onu e minaccia l’Iran: “Non c’è posto dove il braccio di Israele non possa arrivare”

Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu si è presentato oggi all’Onu intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite con parole durissime. “Ho un messaggio per i tiranni di Teheran: se ci colpite, noi colpiremo voi” ha scandito, aggiungendo: “A Gaza andremo avanti fino alla vittoria finale e Israele continuerà a colpire Hezbollah finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi”
A cura di Antonio Palma
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Accuse dirette e pesantissime alle Nazioni Unite, definite una "palude antisemita", e minacce esplicite all'Iran, così il Premier israeliano Benjamin Netanyahu si è presentato oggi all'Onu, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite con parole di fuoco. "Non avevo intenzione di venire qui quest'anno. Il mio Paese è in guerra, sta lottando per sopravvivere. Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie rivolte al mio Paese da molte persone su questo podio, ho deciso di venire qui e di mettere le cose in chiaro" ha esordito Netanyahu mentre numerosi diplomatici lasciavano la sala per protesta.

"Ho un messaggio per i tiranni di Teheran: se ci colpite, noi colpiremo voi. Non c'è posto in Iran dove il lungo braccio di Israele non possa arrivare. E questo vale per l'intero Medio Oriente" ha avvertito il leader israeliano in una sala semivuota per protesta ma incitato dagli applausi della delegazione del suo Paese. "L'aggressione dell'Iran minaccia la regione e il mondo" ha proseguito Netanyahu invocando gli accordi di Abramo tra Israele e Arabia saudita: "Dobbiamo continuare il percorso che abbiamo lastricato con gli accordi di Abramo, ciò significa raggiungere uno storico accordo di pace tra Israele e Arabia Saudita".

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Nel suo intervento ha detto che un accordo tra Arabia Saudita e Israele era vicino quando il 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele "in scene che ricordano l'Olocausto nazista". Parlando della guerra a Gaza, Netanyahu ha affermato che Israele ha riportato a casa 154 ostaggi, di cui 117 vivi e ha promesso che non avrà pace finché tutti gli ostaggi non saranno riportati a casa. "Gli ostaggi, vivi e morti, devono tornare a casa. La guerra a Gaza può finire adesso, se Hamas si arrende e rilascia gli ostaggi. Altrimenti andremo avanti fino alla vittoria finale", ha sottolineato il Premier, ricordando che per lo Stato ebraico "Hamas no ha un futuro e deve andarsene, se rimane al potere continuerà ad attaccare".

"I veri criminali di guerra non sono in Israele" ha insistito Netanyahu ricordando i 250 attacchi degli Houthi nello Yemen e gli attacchi delle milizie appoggiate dall'Iran in Iraq. "Israele continuerà a colpire Hezbollah finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi. Combatteremo fino alla vittoria totale" ha proseguito il Premier israeliano, riservando infine un durissimo attacco anche alle Nazioni Unite, definendole una "palude antisemita" e una "società terrapiattista anti-israeliana".

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