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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“Nessuno impedirà a Israele di fare in Libano quello che ha fatto a Gaza”: intervista all’analista Battah

L’intervista di Fanpage.it a Habib Battah, analista libanese, sulle operazioni di terra di Israele in Libano e delle conseguenze politiche dell’uccisione di Hassan Nasrallah. A suo dire, l’invasione di terra del Libano è molto rischiosa per Israele.
A cura di Giuseppe Acconcia
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Mentre l'Iran ha attaccato per la seconda volta Israele, continua la guerra per procura che coinvolge Tel Aviv su vari fronti dal Libano alla Siria, dallo Yemen a Gaza. Se le operazioni di terra di Israele in Libano sono molto rischiose per Tel Aviv, i continui bombardamenti a Beirut stanno accrescendo l'odio verso il movimento sciita libanese in tutto il paese. Abbiamo intervistato Habib Battah, analista libanese, fondatore del sito beirutreport.com, per parlare delle operazioni di terra di Israele in Libano e delle conseguenze politiche dell'uccisione di Hassan Nasrallah.

I raid continuano in Libano, Israele ha dato il via alle operazioni di terra. Qual è l'obiettivo di Tel Aviv?

È possibile che Israele attui in Libano le stesse strategie che ha messo in pratica a Gaza: bombardamenti a tappeto e distruzione. Nessuno ferma Israele, non ha freni. L'Europa e gli Stati Uniti non hanno fatto niente per mettere un freno a Israele. È un regime genocidiario con un assegno in bianco. È un disastro e non c'è nessuno che impedirà a Israele di fare in Libano quello che ha fatto a Gaza. Tuttavia, un'invasione di terra del Libano è molto rischiosa per Israele. E penso che gli israeliani lo sappiano, quindi preferiscono continuare con i bombardamenti e causare danni. È una grande bugia dire che Israele ha colpito Hamas, Hezbollah, gli Houthi, mentre gli obiettivi continuano a cambiare. Quello che accade in realtà è che Israele non colpisce un'organizzazione ma il posto dove questa organizzazione si trova, l'intera comunità.

Quali effetti avranno gli attacchi israeliani sulla politica libanese?

Israele cerca di creare divisioni interne, se va oltre l'area controllata da Hezbollah, come sta facendo, questo creerà più malcontento contro il movimento sciita. Il Libano è un paese molto diviso e le persone non cambiano opinione. Dall'assassinio di Rafiq Hariri (ex premier libanese, avvenuto nel 2005, ndr) all'esplosione del porto (2020), hanno sempre cercato di dare la colpa a Hezbollah con prove circostanziali. C'è uno sforzo, sostenuto dall'Occidente, di colpire Hezbollah. E così molti libanesi si mobiliteranno contro Hezbollah. Il 90% degli attacchi israeliani ha colpito quartieri sciiti ma se colpiranno altre comunità, questo rafforzerà l'odio di queste comunità verso Hezbollah più che cambiare le loro opinioni, creando maggiori divisioni. C'è una struttura ben finanziata, dall'Occidente e dai sauditi, che ha come missione di disumanizzare e colpire Hezbollah. È successo già prima della guerra del 2006, e negli scontri del 2008, quando i politici libanesi sono stati in conflitto con Hezbollah o hanno ignorato le vulnerabilità del movimento, abbandonando la gente del Sud del Libano.

Quale impatto la morte di Hassan Nasrallah ha avuto sul movimento sciita libanese?

È difficile spiegare l'impatto che la sua morte avrà sulla politica libanese. Nasrallah personificava il movimento. Per molti Nasrallah ed Hezbollah erano la stessa cosa. Anche se si tratta di una grande organizzazione con istituzioni ben strutturate che servono a centinaia di migliaia di persone. Ma sarà molto difficile sostituire Nasrallah. È una di quelle figure che si incontrano una volta nella vita. Era parte della vita delle persone. È considerato un terrorista negli Stati Uniti e in Europa, ma questa persona significava molto di più per la sua comunità. Anche in Libano aveva molti nemici e critici ma per i suoi sostenitori è stata una figura politica importante. È scioccante realizzare quale grande impatto avesse lui e avrà la sua morte. Aveva evitato gli attacchi israeliani per trenta anni. Il suo predecessore venne anche lui assassinato. Ma Nasrallah sembrava “immortale”, invincibile. Come se avesse una sorta di potere divino solo per il fatto che non era stato ucciso nonostante fosse inseguito dagli eserciti più potenti del mondo, dagli Stati Uniti, dall'Europa e da Israele. Questo lo ha reso molto potente. Era capace di tutto.

Anche se è presto dirlo ma Hezbollah ora attraverserà una fase molto difficile di ristrutturazione?

Ovviamente il partito è organizzato in modo da poter rimpiazzare i suoi leader. È un'istituzione forte e potente. Ma era Nasrallah a dare molta fiducia alle persone. E poi non è stato ucciso solo lui ma tutta una generazione di comandanti. Ci sarà ora una nuova generazione di leader? Si comporteranno diversamente? Negli Stati Uniti e in Israele c'è la sensazione che hanno dato un colpo severo all'organizzazione. Non so fino a che punto sia vero.

Questo vuol dire che l'ideologia di Hezbollah è ancora viva nonostante la morte di Nasrallah?

È molto difficile vincere questa guerra militarmente. Penso che sia impossibile uccidere un'ideologia. C'è sempre stata resistenza. Israele ha bombardato e distrutto il Libano quando Nasrallah non era ancora un leader e Hezbollah non esisteva. Hezbollah deve ricostruirsi ora. Soprattutto deve affrontare la questione delle profonde infiltrazioni nel partito a vari livelli. Non so come comunicheranno, come si riorganizzeranno. Sembra che la loro rete di comunicazione sia fortemente inflitrata. È un grave colpo per il partito. Ma Nasrallah aveva anche previsto la sua morte in uno dei suoi ultimi discorsi. È stato un attacco senza precedenti che ha colpito in profondità la struttura del partito.

Chi ha infiltrato Hezbollah, è successo lo stesso con l'assassinio di Ismail Haniyeh, ex leader di Hamas, a Teheran?

Gli israeliani sicuramente, sono loro che hanno sganciato le bombe che lo hanno ucciso. Non sappiamo come e chi ha infiltrato il gruppo materialmente. Sembra chiaro che sia successo. Lo conferma il fatto che è stato così improvviso questo attacco contro Hezbollah. È avvenuto in pochi giorni, dopo decenni di battaglia. Perché non lo hanno fatto prima? C'è chi dice che anche l'Iran è coinvolto ma non ci sono conferme. Viviamo in un contesto di propaganda, molte teorie vengono fabbricate per creare più disillusione tra la gente. Per esempio potremmo dire che il Libano è stato distrutto economicamente negli ultimi anni, era anche questo parte del piano? I libanesi hanno perso tutto negli ultimi anni, le persone sono diventate vulnerabili, era anche questo costruito ad arte per preparare questo attacco? Tutto è possibile.

Chi sarà il suo successore?

Due candidati sono su tutti i media. Naim Qassem (numero due del movimento, ndr) è apparso molto in pubblico e ha parlato tanto in questi giorni. Ma non ha il carisma di Nasrallah. Il Libano non ha mai avuto un leader politico come lui. Faceva il suo discorso di un'ora e tutto il paese era catturato dalle sue parole. In generale, i suoi discorsi erano al centro dell'agenda mediatica, tutti i politici libanesi ascoltavano con attenzione le sue parole e le prendevano molto seriamente. Anche i suoi nemici lo rispettavano per i suoi monologhi in cui parlava di eventi locali, regionali e internazionali. Soprattutto negli ultimi dieci anni era parte della programmazione regolare della politica libanese, lui avrebbe detto l'ultima parola. Soprattutto dopo l'uccisione di Hariri con le proteste intense nel paese, era una voce ascoltata dai suoi sostenitori in un periodo di grande instabilità. Per questo mancherà alle persone e il nuovo leader del movimento dovrà colmare un grande vuoto. Nasrallah aveva un potere che andava oltre il partito e oltre il Libano. Era molto conosciuto internazionalmente tra chi sostiene la resistenza contro Israele e l'imperialismo occidentale. Sarà considerato differentemente con il tempo, sarà comparato a figure come Malcom X, odiato dall'establishment ma con il tempo verrà visto diversamente rispetto all'immagine ristretta data dai media oggi.

Sembra che gli Stati Uniti sono parte del problema? Ci saranno dei cambiamenti con Kamala Harris o con Donald Trump?

In uno dei suoi discorsi più famosi, Nasrallah ha detto che non sono le lobby israeliane a influenzare la politica degli Stati Uniti, ma che gli Usa hanno sempre sostenuto Israele, sono il principale attore del conflitto. Se si considerano gli ultimi venti anni in Libano, gli Usa sono stati profondamente coinvolti nelle operazioni di Israele, nella condivisione di intelligence. Questa è la politica Usa: invadere Iraq e Afghanistan, stabilire basi Usa in ogni paese della regione. Gli Usa hanno una struttura militare e di intelligence, manipolano le elezioni e le culture politiche, sostengono regimi e leader a favore del'Occidente. La comunità sciita in Michigan, per esempio, non potrà votare per Kamala Harris che non ha mostrato una visione diversa sul sostegno statunitense a Israele rispetto al passato. Non solo, sono maggiori i finanziamenti che vengono dai Democratici per Israele rispetto a quelli dei Repubblicani. L'amministrazione Biden non ha neppure avanzato piccole critiche verso Israele. Biden e Harris hanno lasciato Israele nella massima impunità.

Ci sono possibilità per un negoziato che porti al cessate il fuoco in Libano e a Gaza?

Israele cerca di dominare, non crede nel negoziato, preferisce creare fatti sul campo, rifiuta la diplomazia, non ha mai offerto accordi accettabili. Non ha mai offerto nulla, ma solo forme di sorveglianza sui palestinesi. Israele ha solo offerto diversi mezzi di controllo, diversi mezzi di oppressione. Non ha mai negoziato sinceramente e preferisce applicare misure unilaterali. Nel 2006, Israele ha continuato a bombardare il Libano per un mese ogni giorno distruggendo villaggi e gran parte di Beirut. Lo stesso farà ora.

La guida suprema iraniana Ali Khamenei potrebbe essere il prossimo della lista di Tel Aviv ad essere eliminato?

Nella mente di un paese come Israele che cerca di uccidere tutti intorno a sé nessun obiettivo è impossibile. Hanno ucciso Haniyeh in Iran. Sono stati accusati di molti assassini mirati nel paese negli ultimi anni. Non solo, gli israeliani sono stati molto attivi in Iran negli ultimi mesi. Quindi perché no? Ali Khamenei potrebbe essere il prossimo.

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