video suggerito
video suggerito

Nessun attacco del Ku Klux Klan, la 20enne di colore “si è data fuoco da sola”

È questa la pista dell’Fbi che indaga sui fatti avvenuti in Lousiana: Sharmeka Moffit, 20enne di colore, ha raccontato l’aggressione subita da tre membri del gruppo razzista. Ora è ricoverata con gravi ustioni ma a quanto pare avrebbe inventato tutto.
A cura di Susanna Picone
137 CONDIVISIONI
È questa la pista dell’Fbi che indaga sui fatti avvenuti in Lousiana: Sharmeka Moffit, 20enne di colore, ha raccontato l’aggressione subita da tre membri del gruppo razzista. Ora è ricoverata con gravi ustioni ma a quanto pare avrebbe inventato tutto.

A poche ore di distanza dalla prima notizia arrivata dalla Lousiana, sud degli Stati Uniti, notizia che ha fatto il giro del mondo sconvolgendo tutti, la polizia fornisce quello che sarebbe il vero racconto di ciò che è avvenuto a una giovane ragazza di colore. Lei si chiama Sharmeka Moffitt, 20 anni, e ora riporta ustioni molto gravi su gran parte del corpo. La giovane aveva chiamato i soccorsi verso le 8 di domenica affermando di essere stata aggredita da tre uomini col volto coperto che poi le avevano cosparso il corpo di liquido infiammabile per darle fuoco. I tre uomini, stando al suo racconto, erano tre membri del Ku Klux Klan, organizzazione razzista che rivendica la superiorità della razza bianca. Ad avvalorare la sua tesi c’era anche un altro particolare: sul cofano dell’auto della giovane era stata rinvenuta la parola “negro” e la sigla del KKK.

“Ferite auto inflitte” – Ma l’Fbi non è convinto della versione di Sharmeka e afferma che la giovane avrebbe inscenato da sola l’attacco razzista del Ku Klux Klan: un portavoce dell’ufficio di polizia federale della Lousiana ha rivelato alla France Press i nuovi sospetti parlando, infatti, di ferite auto-inflitte. Sospetti che aveva esternato anche il sindaco di Winnsboro, Jachie Johnsono, che aveva detto di non essere completamente convinto della tesi dell’attacco razzista. La giovane Sharmeka, dunque, avrebbe da sola prima imbrattato la sua auto con l’insulto e la firma razzista e poi si sarebbe data alle fiamme. La telefonata alla polizia (mentre provava a spegnere il fuoco) e la storia inventata – questa è la ricostruzione – anche se comunque le indagini per far piena luce sull’accaduto continueranno.

137 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views