Nell’ospedale pediatrico bombardato a Kiev: “C’erano oltre 600 bambini malati, ora siamo senza corrente”
Prima un forte boato poi un'onda d'urto che ha travolto finestre, porte. Daniele Bordoli, field communication officer di Soleterre, descrive così il bombardamento russo che l'8 luglio ha distrutto l'ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev.
La testimonianza dopo l'attacco contro l'ospedale di Kiev
Al momento dell'attacco all'interno del nosocomio c'erano circa 670 bambini, molti dei quali malati oncologici che stavano affrontando dei cicli di chemioterapia. Soleterre è l’unica associazione italiana che lavora nell’ospedale pediatrico che si sta occupando da mesi della riabilitazione fisica e psicologica dei bambini malati di cancro oppure feriti e amputati a causa della guerra.
"Un ospedale non può essere un obiettivo, a maggior ragione un ospedale pediatrico – continua Daniele mentre ci mostra attraverso il suo telefono quello che resta della struttura – qui bisognerebbe sentirci al sicuro e invece è diventato un bersaglio".
L'evacuazione dei piccoli pazienti è terminata, ora i vigili del fuoco e i volontari stanno cercando di togliere le macerie e ripristinare i reparti che non sono stati danneggiati in maniera significativa. Al momento manca ancora la corrente elettrica e questo rende tutte le operazioni ancora più complicate.
Il bilancio delle vittime
Secondo l'ultimo bilancio diffuso, i morti sarebbero due (adulti), mentre si contano 32 feriti dei quali 17 (tra cui 7 bambini) ospedalizzati. I morti totali a seguito del pesante bombardamento su Kiev sono 29, tra cui quattro bambini. I feriti sono 117 (tra cui 10 bambini). In totale sono almeno 40 i missili lanciati dalle forze russe su varie città dell’Ucraina.
Secondo l'Onu siamo di fronte ad un crimine di guerra. Dal canto suo Mosca respinge le accuse. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, ha definito quanto successo ieri solo "una trovata pubblicitaria" dell'Ucraina "costruita sul sangue".