Nella Svezia del “tutto aperto” i contagi stanno crescendo più che altrove in Europa
Nell'ultima settimana la Svezia ha fatto registrare il numero più alto in Europa di nuovi casi di coronavirus pro capite e ha avuto più pazienti in terapia intensiva che in qualsiasi momento dalla prima ondata di pandemia da Covid. Il Paese scandinavo, che aveva fatto discutere per la strategia ‘no-lockdown' per poi aumentare gradualmente le proprie restrizioni (ancora per lo più volontarie), ha contato 625 nuove infezioni per 100mila persone negli ultimi sette giorni, secondo ourworldindata.org. Una cifra importante rispetto alle 521 della Polonia, 491 della Francia, 430 dei Paesi Bassi, 237 dell'Italia e 208 della Germania. Un numero assai superiore delle ‘cugine' Finlandia, Danimarca e Norvegia, rispettivamente al 65, 111 e 132.
La Svezia del ‘no-lockdown'
Il governo del primo ministro guidato dai socialdemocratici, Stefan Löfven, ha rinviato l'allentamento pianificato di alcune misure di contenimento almeno fino al 3 maggio, ma ha insistito sul fatto che non sono necessari provvedimenti più severi per tenere sotto controllo l'ultima ondata. L'opinione pubblica svedese "ha veramente cambiato il suo comportamento e la propria vita quotidiana è, in larga misura, già molto limitata", ha detto il ministro della salute, Lena Hallengren. Inizialmente l'idea era quella di alleggerire alcune disposizione, tra cui l'aumento del limite del numero di visitatori nei parchi di divertimento, ai concerti e alle partite di calcio, dopo le vacanze di Pasqua, ma è stato sconsigliato dall'Agenzia di sanità pubblica. I negozi non essenziali sono rimasti aperti in Svezia, anche se è stato disposto un numero limitato di clienti per bar e ristoranti che non hanno mai interrotto il proprio servizio, sebbene con restrizioni sempre più rigide sugli orari di apertura e sulla vendita di alcolici. Anche le scuole sono rimaste perlopiù aperte.
Nel 2020 tasso di mortalità inferiore a gran parte dell'Europa
Il Paese scandinavo (10,23 milioni di abitanti) ha avuto più di 13.000 decessi correlati al Covid, con un tasso di mortalità per milione di quasi 1.350 (7,7%) – molte volte superiore a quello dei suoi vicini nordici, ma inferiore rispetto a diversi Paesi europei che hanno optato per lockdown più marcati, come la Spagna e il Belgio che hanno fatto registrato il 18,1% e il 16,2% rispettivamente, come mostrato da un'analisi dell’Eurostat basata su dati ufficiali, ripresa in un articolo della Reuters.