Nel Regno Unito torna l’ipotesi immunità di gregge: “Contagiare le persone in maniera controllata”
Con il varo delle misure di contenimento e il blocco del attività per evitare l'estendersi del contagio da coronavirus, il Regno Unito "sta finendo in un vicolo cieco" per questo "bisogna riconsiderare la strategia dell'immunità di gregge", a sostenerlo è il professor Graham Medley, consigliere dell'esecutivo britannico sulle pandemie. In una intervista sul Times, Medley infatti è tornato a prospettare l'ipotesi immunità di gregge per il Paese, una possibilità di cui si era discussa a lungo nel governo britannico prima dell'impennata di casi di contagio che hanno coinvolto persino il principe Carlo e lo stesso primo ministro Boris Johnson, ora in quarantena con i sintomi della malattia al pari della compagna incinta.
Il consigliere del governo britannico parte dal presupposto che un lockdown prolungano "rischia di provocare più danni del virus stesso", ossia l'esplosione "di violenze domestiche, gravi malattie mentali causa clausura in casa e disoccupazione cronica". Per questo ritiene che questo tipo di misure drastiche non possano essere applicate a lungo ma solo in momenti di impennata del contagio. Per Medley al primo segnale di sostanziale calo della curva dei contagi si dovrebbe mettere in atto una strategia mirata volta a far contagiare le persone in maniera controllata per arrivare all'immunità di gregge.
Medley spiega che bisogna fare in modo che "le persone vengano contagiate dal coronavirus nella maniera meno fatale possibile", esponendoli a piccole dose del virus e in momenti in cui il servizio sanitario britannico non sia sovraccarico di richieste. Una proposta che ricalca quella di u altro consigliere sanitario del governo, Sir Patrick Vallance, che all'inizio dell'epidemia sembrava aver convinto anche Johnson prima del passo indietro del Premier britannico con il varo delle misure di contenimento.