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Nel mondo si spendono 3mila euro al secondo per armi nucleari: 12mila testate pronte all’uso

La quota di spesa totale degli Stati Uniti, 51,5 miliardi di dollari, è superiore a quella di tutti gli altri Paesi dotati di armi nucleari messi insieme e rappresenta l’80% dell’aumento della spesa per le armi nucleari nel 2023. A seguire, la Cina ha speso 11,8 miliardi di dollari, mentre la Russia è al terzo posto con 8,3 miliardi di dollari.
Intervista a Francesco Vignarca
Coordinatore delle campagne di Rete Pace Disarmo
A cura di Davide Falcioni
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Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha dichiarato oggi in un'intervista al Telegraph che l'Alleanza Atlantica sta valutando lo schieramento di più armi atomiche "di fronte alla minaccia crescente di Russia e Cina". Lo ha fatto nel giorno in cui l'ICAN (Campaign to Abolish Nuclear Weapons) ha pubblicato il suo ultimo rapporto sulle armi nucleari disponibili nel mondo mostrando che nel 2023 sono stati spesi 10,7 miliardi di dollari in più per questa tipologia di armamenti rispetto al 2022.

Più nel dettaglio: nel 2023 Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Regno Unito e Stati Uniti hanno speso complessivamente 91,4 miliardi di dollari per i loro armamenti nucleari, l'equivalente di 173.884 dollari al minuto, o 2.898 dollari al secondo. La quota di spesa totale degli Stati Uniti, 51,5 miliardi di dollari, è superiore a quella di tutti gli altri Paesi dotati di armi nucleari messi insieme e rappresenta l’80% dell’aumento della spesa per le armi nucleari nel 2023. A seguire, la Cina ha speso 11,8 miliardi di dollari, mentre la Russia è al terzo posto con 8,3 miliardi di dollari. La spesa del Regno Unito è aumentata significativamente per il secondo anno consecutivo, con un incremento del 17% a 8,1 miliardi di dollari.

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Miliardi sottratti alla lotta al cambiamento climatico

Susy Snyder, una delle autrici della ricerca, ha avvertito che gli stati nucleari "sono sulla buona strada per spendere 100 miliardi di dollari all'anno in armi nucleari" aggiungendo che quella enorme mole di denaro potrebbe invece essere utilizzata per programmi ambientali e sociali. "Questi miliardi avrebbero potuto essere utilizzati per combattere il cambiamento climatico e salvare dall’estinzione gli animali e le piante che sostengono la vita sulla Terra, per non parlare del miglioramento dei servizi sanitari e educativi in ​​tutto il mondo", ha affermato Snyder.

Vignarca (Rete Pace Disarmo): "Spesa per armi nucleari in crescita da 5 anni"

Ma perché è importante conoscere i dati relativi agli investimenti in armi nucleari? Secondo Francesco Vignarca, Coordinatore delle campagne di Rete Pace Disarmo, "non basta guardare il numero assoluto. Quei 91,4 miliardi di dollari fanno impressione, ma non sono nemmeno tantissimi se paragonati alla spesa militare complessiva di oltre 2.400 miliardi. Il problema è che la crescita della spesa in armi nucleare è una costante degli ultimi cinque anni e non si limita solo al 2022-2023, e ciò significa che da tempo – come abbiamo sempre sottolineato – si sta rafforzando il principio secondo cui l'arsenale nucleare può essere impiegato come strumento di prevaricazione".

E a proposito dell'aumento delle dichiarazioni da parte di alcuni leader mondiali sulla possibilità di impiegare armi atomiche Vignarca aggiunge: "Putin, Medvedev e anche i ministri israeliani hanno evocato spesso l'utilizzo di armi nucleari negli ultimi anni. Ma al di là della loro retorica restano i fatti, ed è un fatto che la spesa per questa tipologia di strumenti di morte sia cresciuta, e che sia cresciuta anche per Paesi come USA, Francia e Gran Bretagna. È necessario dunque andare oltre la retorica. Se davvero si teme una devastante escalation nucleare bisogna mettere un freno agli investimenti in armi nucleari".

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12.121 le testate atomiche potenzialmente operative

Secondo il rapporto dello Stockholm International Peace Studies Institute (Sipri) sono ben 12.121 le testate atomiche potenzialmente operative: di queste circa 9.585 erano negli arsenali militari per un potenziale utilizzo; 3.904 di queste sono su missili e aerei – sessanta in più rispetto a un anno fa – e circa 2.100, in stato di massima allerta nei missili balistici. "Sebbene il totale delle testate sia leggermente inferiore rispetto allo scorso anno – spiega ancora Francesco Vignarca a Fanpage.it – il vero punto è che quelle ‘pronte' a un eventuale impiego sono in crescita. Questo significa che un aumento della spesa in questo settore si sta traducendo effettivamente in un aumento delle armi nucleari utilizzabili. Ed è questa la cosa davvero grave: i dati diffusi dal report ICAN non vanno letti come semplici numeri, ma come indicatori di una tendenza e del fatto che purtroppo il ricorso alle armi nucleari sta diventando praticamente possibile, e che lo sta diventando per tutti i Paesi che ne sono dotati. È urgente invertire la rotta: spendere in armamenti nucleari aumenta costantemente il pericolo di un loro effettivo impiego. E se accadesse sarebbe devastante per l'umanità".

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