Negoziati tra Russia e Ucraina, si ricomincia: quali sono le richieste e cosa può succedere
È pronto un nuovo round di negoziati tra Russia e Ucraina. In giornata si è prima sparsa la voce di un incontro tra martedì e mercoledì, poi è arrivata la conferma sia da Mosca che da Kiev. Il formato, però, stavolta sarà differente: le delegazioni si confronteranno in videoconferenza lunedì 14 marzo e non più nella foresta al confine tra Polonia e Bielorussia. Sarà un negoziato a distanza insomma, che tutto il mondo guarderà con estrema attenzione dopo il fallimento dei precedenti in cui, in pratica, si è stabilito solo di aprire dei corridoi umanitari che poi – nella maggior parte dei casi – sono rimasti solo sulla carta. Stesso discorso vale per l'incontro in Turchia tra i due ministri degli Esteri, ritenuto sostanzialmente un flop.
Nei giorni scorsi è arrivata un'apertura importante dal presidente ucraino Zelensky, che ha parlato di aprire una discussione su Crimea e Donbass, ma dalla Russia ancora non sono stati fatti passi avanti. Almeno ufficialmente. E intanto Turchia e Israele si candidano a svolgere il ruolo di mediatori nella trattativa. Il premier israeliano Bennett ha accolto la proposta di Zelensky di una trattativa con Putin a Gerusalemme, ma quello scenario sembra ancora distante.
Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino e negoziatore di Kiev, ha detto oggi di aspettarsi "risultati concreti" nei prossimi giorni nei colloqui con la Russia. Mosca "è diventata molto più sensibile alla posizione ucraina" e "ha iniziato a parlare in modo costruttivo", ha aggiunto Podoliak in un video pubblicato sul suo profilo Twitter. "Le nostre proposte sono sul tavolo – ha continuato – Sono molto forti. Tra queste ci sono il ritiro delle truppe e il cessate il fuoco".
Intanto, secondo quanto riferisce Riva Novosti, Leonid Slutsky – membro della delegazione russa – ha parlato di passi avanti fatti tra le parti dall'inizio dei colloqui: "Se confrontiamo le posizioni di Russia e Ucraina nei negoziati all'inizio e ora, possiamo vedere progressi significativi – ha detto – Mi aspetto che i progressi possano trasformarsi in una posizione comune di entrambe le delegazioni e in un documento da firmare".
Sul piatto, insomma, ci sono molte possibilità. Se le parti dicono di aver fatto passi avanti, la realtà è che per ora non si è nemmeno riusciti ad attivare dei corridoi umanitari sicuri per far evacuare i civili dalle grandi città. L'apertura di Zelensky su Crimea e Donbass è caduta nel vuoto, al momento. Le richieste da parte dell'Ucraina sono sempre le stesse: cessate il fuoco in primis. Dalla Russia, invece, sembrano continuare a prendere tempo per sedersi a quel tavolo con più carte da giocare.