Naufragio migranti, i talebani contro gli afghani in fuga dal paese: “Non usate rotte illegali”
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“Evitate di viaggiare in Paesi stranieri attraverso rotte illegali”. È questo l'appello lanciato dal ministro degli Esteri dei talebani Amir Khan Muttaqi dopo il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi costato la vita a 64 persone, tra i quali tantissimi afghani.
Ed è a loro che si è rivolto il ministro, attraverso una nota pubblicata su Twitter, esortandoli a non lasciare l'Afghanistan sottolineando però la "grande tristezza per la perdita di vite umane di cittadini afghani nel sud Italia". I talebani "esortano ancora una volta tutti i cittadini a evitare di recarsi all'estero attraverso la migrazione irregolare".
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Il ministero degli Esteri dell'Emirato islamico esorta "ancora una volta tutti i cittadini a evitare di recarsi all'estero attraverso la migrazione irregolare". “Con grande tristezza abbiamo appreso la notizia che circa 80 profughi afghani – si legge nella nota – tra cui donne e bambini, che viaggiavano dalla Turchia verso l'Italia su una barca di legno, sono naufragati nel mare dell'Italia meridionale e hanno perso la vita”.
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E poi l'appello alle organizzazioni caritatevoli e in particolare alla Croce Rossa internazionale affinché aiuti Kabul "nel ritrovamento e nel rimpatrio dei corpi degli afghani annegati" davanti alla spiaggia di Cutro. Secondo l'UNHCR la metà delle persone arrivate via mare dalla Turchia all'Italia lo scorso anno erano afghane.
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La barca con a bordo decine di migranti era salpata dal porto di Smirne, nella Turchia occidentale, quattro giorni prima del naufragio, per raggiungere le coste italiane. A bordo c'erano migranti provenienti da Iran, Afghanistan e Pakistan: stando a quanto ricostruito finora, non avrebbe retto alla forza del mare finendo contro gli scogli e spezzandosi in due.
L'imbarcazione era stata avvistata nella serata di sabato a circa 40 miglia dalla costa crotonese da un velivolo dell’agenzia europea Frontex in pattugliamento. Le proibitive condizioni del mare hanno tuttavia impedito di raggiungere la zona e i mezzi sono dovuti rientrare. È stato quindi avviato il dispositivo di ricerca via terra e l’allarme è stato girato anche alle forze di polizia. Giunti sul luogo dello sbarco, non è stato possibile fare altro che constatare che il barcone era stato completamente distrutto dalla furia delle onde.