Nasconde le neonate nate morte nell’armadio per 20 anni: l’orrore scoperto dalla figlia
La sua storia aveva scioccato il Regno Unito. Bernadette Quirk, la donna inglese che ha tenuto nascoste tre delle sue figlie nate morte nel suo armadio accanto al suo letto per 20 anni, è deceduta all’età di 64 anni. I resti delle neonate – date alla luce tra il 1985 e il 1995 – furono trovati nel 2009 da sua figlia Joanne Lee, che poi contattò la polizia. Ognuna delle bimbe aveva un padre diverso, e la polizia crede che siano nate nel periodo in cui la Quirk, originaria di Saint Helens, nel Merseyside, “beveva e faceva sesso occasionale” dopo che il suo matrimonio era finito male negli anni Ottanta. La donna era stata graziata dalla Corte di Liverpool nel dicembre 2010 dopo aver ammesso quattro accuse relative a nascite occulte. È morta a febbraio.
Il libro scritto dall'altra figlia: ‘Sorelle silenziose'
Sua figlia Joanne, 47 anni, madre di tre figli e nonna di quattro bimbi, ha riportato la straziante storia in un libro intitolato Silent Sisters che sarà pubblicato il 18 aprile. La donna aveva 26 anni nel maggio 1998 quando sua sorella Cath, 16enne, le rivelò che la madre aveva messo i resti di un bambino nell'armadio. “Li aveva avvolti in giornali e stracci tenuti in un piccolo contenitore di plastica con un deodorante per ambienti” spiega. Senza rivelare nulla alle autorità, ha poi aiutato sua madre a seppellire quei piccoli resti nella tomba di famiglia, dove riposava (legalmente) già suo figlio John, nato anch'egli morto: "Se avessi saputo che c’erano altri bambini sarei andata alla polizia subito. Sapevo che stavo sbagliando e sarei potuta andare in prigione, ma ho pensato a mio figlio John: anche lei aveva passato quello che ho passato io e mi dispiaceva per lei. Pensavo che fosse addolorata” dice Joanne.
La donna fu risparmiata dal giudice
Di fronte alla Corte di Liverpool nel 2010, il procuratore Anya Horwood ha raccontato di come la Quirk fosse caduta in uno stile di vita "caotico e disfunzionale" in seguito alla fine del suo secondo matrimonio. "L'alcolismo dell'imputata ha significativamente compromesso la sua capacità di prendersi cura dei suoi figli, della sua famiglia e di se stessa. Ha avuto un numero di relazioni sessuali durante questo periodo” ha spiegato. La donna non ha mai dato una spiegazione valida sul perché tenesse i resti delle neonate con sé.