Myanmar, la Giornata delle forze armate è una carneficina: esercito uccide 90 persone, anche bambini
Più di 90 persone sono state uccise oggi in Myanmar a causa della durissima repressione da parte di polizia e militari delle proteste contro il colpo di stato dello scorso primo febbraio; le manifestazioni sono state indette nel giorno in cui l'esercito stava celebrando la Giornata delle Forze Armate. Lo riferisce il Guardian, citando notizie dirette di testimoni sul posto. Tra le vittime ci sarebbero anche tre bambini di 5, 10 e 13 anni oltre a Chit Bo Nyein, capitano della squadra di calcio Under 21 Hantharwady United.
La Giornata delle forze armate è stata dunque celebrata con una vera e propria carneficina: dopo la parata nella capitale, infatti, migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro il golpe di quasi due mesi fa ma la repressione della giunta militare è stata spietata e senza scrupoli. Un video mostra agenti di polizia catturare e picchiare selvaggiamente un ferito in una zona in cui non erano in corso scontri, mentre altri filmati mostrano anche i morti nelle strade. La dura repressione da parte dell'esercito era stata preannunciata ieri sera dalla tv di Stato, che aveva messo in guardia i manifestanti dalla possibilità di essere colpiti "alla testa e alla schiena" da proiettili che sarebbero stati esplosi ad altezza d'uomo. Il generale Min Aung Hlaing ha confermato oggi la promessa di indire nuove elezioni, ma non ha indicato alcuna data.
Non si è fatta attendere la condanna degli Stati Uniti e dell’Unione europea. L’ambasciata Usa in Myanmar ha accusato l’esercito per l’uccisione di “civili disarmati”: "Le forze di sicurezza stanno uccidendo civili disarmati, compresi bambini, proprio le persone che hanno giurato di proteggere", si legge in un comunicato pubblicato sulla pagina Facebook dell’ambasciata. Le sedi diplomatiche dell’Unione europea e del Regno Unito hanno fatto lo stesso: "Questa 76esima giornata delle forze armate del Myanmar rimarrà impressa come una giornata di terrore e disonore. L’uccisione di civili disarmati, compresi i bambini, è un atto indifendibile", ha dichiarato l’ambasciata Ue a Rangoon. Il Regno Unito ha anche affermato che le Forze di Sicurezza “si sono disonorate sparando a civili disarmati”.