Morto l’eroe di Chernobyl Nikolai Antoshkin: sopravvissuto alle radiazioni ma non al Covid
È riuscito a sopravvivere al disastro nucleare di Chernobyl del 1986, ma non al coronavirus: lo scorso 17 gennaio infatti è morto di Covid-19 il generale russo Nikolai Antoshkin, il pilota di elicotteri che guidò la missione di spegnimento di uno dei reattori della centrale nucleare sorvolando centinaia di volta il luogo più radioattivo del pianeta e indossando solo una maschera protettiva rudimentale ed assolutamente insufficiente a proteggerlo dalle radiazioni, ma portando a termine con successo la missione che il governo gli aveva affidato.
Antoshkin, 78 anni, è morto lo scorso 17 gennaio, come comunicato dal parlamento russo in una dichiarazione ufficiale: "Dopo una grave malattia, il nostro compagno, deputato della Duma di Stato, eroe dell’Unione Sovietica Nikolay Timofeyevich Antoshkin è morto". Il generale russo, che da sei anni era un deputato del partito Russia Unita, a Chernobyl guidò una delle missioni dei cosiddetti "liquidatori", a cui fu affidato il compito di sigillare il reattore numero 4 della centrale nucleare dopo il disastro.
L'alto ufficiale guidò una flotta di 100 elicotteri che riuscì a "seppellire" il nucleo esposto del reattore con sabbia, boro e altri materiali, arginando l’enorme flusso di radiazioni che ne fuoriusciva. L’operazione durò circa due settimane, durante le quali il generale Antoshkin e gli altri piloti furono costantemente esposti a radiazioni e fumo che fuoriuscivano dal reattore. I "liquidatori" accettarono di esporsi ad enormi rischi per la loro salute, diventando degli eroi nazionali in Russia: molti di loro – almeno 28 – morirono per avvelenamento da radiazioni entro pochi giorni o settimane dalla loro esposizione, ma sul lungo periodo – a causa di cancro o di altre malattie – il bilancio delle vittime potrebbe essere molto più alto. Nikolai Antoshkin riuscì a sopravvivere al disastro nucleare ma, quasi 35 anni dopo, la pandemia si è rivelata per lui fatale.