Morto attaccato da uno squalo, i testimoni: “Gianluca non era nella zona vietata, nessuno è intervenuto”
"Nessun medico ha provato a salvare quell'uomo, stava morendo davanti ai nostri occhi e nessuno faceva nulla per aiutarlo". È questo quanto sarebbe successo a Marsa Alam, in Egitto, dove nei giorni scorsi un turista di origine romana di 48 anni, Gianluca Di Gioia, è morto attaccato da uno squalo. A raccontare quei concitati momenti sono stati un cittadino tedesco e una donna polacca, che pure erano in vacanza in Egitto e che hanno assistito alla scena.
I due hanno anche realizzato un video, in cui si vedrebbe che l'attacco è avvenuto all'interno delle boe che delimitano le acque sicure: "Di Gioia non era al largo, i bagnini sono rimasti fermi a guardare e dopo l'aggressione dello squalo nessun medico ha provato a salvare quell'uomo", come riporta Il Messaggero.
"Mi fa arrabbiare – ha continuato Renè (questo il nome del turista tedesco ospite nello stesso resort di lusso nel quale si trovava Di Gioia con la sua famiglia, ndr) – quello che ho letto sui giornali internazionali, quando dicono che Di Gioia stava oltre le boe, che era in una zona vietata. Non è vero. Vorrei fare giustizia per lui e per i suoi cari. Tutto questo è accaduto davanti alla famiglia di quell'uomo, la moglie urlava disperata".
Dal pontile sostiene di aver visto tutto anche Fryzjer, turista polacca: "Non c'era nessuno che agiva – ha ribadito -. Il personale dell'hotel è rimasto a guardare sulla banchina come tutti noi. Mi sono stupita ancora di più quando ho capito che il bagnino sul pontile non aveva le chiavi delle barche a motore o dei gommoni. In più chi possedeva quelle chiavi è arrivato in estremo ritardo".
Intanto, è stato dimesso Peppino Fappani, 69 anni e odontotecnico di Soncino nel Cremonese, sopravvissuto all'attacco dello squalo. È atteso in Italia nelle prossime ore. La Procura di Qusayr, in Egitto, continua l"indagine sulla morte del 48enne.