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La storia degli 80 morti collegati agli integratori per il colestorolo: si dimettono i manager dell’azienda

Si sono dimessi i vertici della Kobayashi Pharmaceutica, colosso farmaceutico giapponese, finito al centro di uno scandalo scoppiato lo scorso marzo: circa 80 persone sarebbero morte dopo aver utilizzato degli integratori per il colesterolo a base di riso rosso fermentato. Indagini in corso.
A cura di Ida Artiaco
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Mentre sono ancora in corso le indagini per confermare il collegamento tra circa 80 decessi e l'uso di integratori per il colesterolo, i vertici del colosso farmaceutico giapponese Kobayashi Pharmaceutica si sono dimessi. Si tratta del numero uno Akihiro Kobayashi e del presidente Kazumasa Kobayashi, che a breve lasceranno i loro incarichi. Al posto di quest'ultimo, che manterrà comunque un ruolo esecutivo per gestire le questioni relative ai risarcimenti, subentrerà Satoshi Yamane, in precedenza responsabile della politica di sostenibilità.

La società giapponese è infatti al centro di uno scandalo scoppiato a marzo scorso fa e legato alle sue compresse da banco contenenti riso rosso, che viene fermentato con una coltura di muffe. Studi medici affermano che il riso rosso fermentato o "beni koji" può migliorare i livelli di colesterolo ma avverte anche del rischio di danni agli organi a seconda della composizione chimica dell'ingrediente.

La decisione delle dimissioni presa dal numero uno dell'azienda e dal presidente è stata presa "per chiarire la responsabilità esecutiva su una serie di azioni della nostra azienda legate alla questione beni koji", si legge in una nota della Kobayashi Pharmaceutical, che sempre a marzo aveva richiamato dal mercato tre marche di integratori alimentari dopo che i clienti avevano lamentato problemi ai reni. I pazienti interessati hanno riferito anche di altri sintomi, come cambiamenti nel colore delle urine, gonfiore agli arti e affaticamento.

Successivamente ha affermato di aver rilevato un acido potenzialmente tossico prodotto dalla muffa in una delle sue fabbriche e il governo ha ispezionato le strutture dell'azienda. Il mese scorso, infine, la società ha dichiarato che stava indagando su un totale di 80 decessi possibilmente collegati alle sue pillole.

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