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Luca Attanasio, l'ambasciatore ucciso in Congo

Morte Luca Attanasio, dipendenti Onu a rischio processo per omicidio: “Organizzarono male missione”

Chiusa l’inchiesta della procura di Roma sulla morte dell’ambasciatore ucciso in un conflitto a fuoco. Due lavoratori del Programma alimentare mondiale, agenzia dell’Onu, rischiano grosso.
A cura di Biagio Chiariello
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A quasi un anno dalla morte dell'ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, e del carabiniere che lo scortava, Vittorio Iacovacci, la procura di Roma mette un punto alle indagini: rischiano di finire sotto processo due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell'Onu, che avrebbero organizzato il convoglio – sul quale si trovavano le due vittime – che doveva attraversare sulla Rn2, strada del Nord Kivu, senza prendere tutte le precauzioni del caso e pur sapendo che la Rn2 era stato luogo di numerosi conflitti a conflitti a fuoco  tra gruppi criminali e l'esercito regolare negli ultimi anni.

Le accuse ai due indagati

Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma del reparto antiterrorismo avrebbero "omesso, per negligenza, imprudenza e imperizia – è scritto in una nota della Procura -, secondo la ricostruzione effettuata allo stato, che risulta in linea con gli esiti dell’inchiesta interna all’Onu, ogni cautela idonea a tutelare l’integrità fisica dei partecipanti alla missione Pam che percorreva la strada Rn2 sulla quale, negli ultimi anni, vi erano stati almeno una ventina di conflitti a fuoco tra gruppi criminali ed esercito regolare".

Rischiano l'accusa di omicidio colposo

Stando alle accuse i due avrebbero attestato il falso sulla composizione del convoglio così da ottenere il permesso dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell'Onu e non avrebbero preso le dovute cautele nel classificare i rischi sul percorso da effettuare durante la missione e quindi nell'imporre casco e giubbotto antiproiettile, nonché la messa a disposizione di veicoli blindati. Rischiano l'accusa di omicidio colposo.

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