Morte Giulio Regeni, prime ammissioni dell’Egitto: “Torturato più volte in sette giorni”
Un piccolo squarcio di luce si apre sul buio della vicenda di Giulio Regeni. Secondo quanto riferito dal direttore del dipartimento di medicina forense del Cairo, Hisham Abdel Hamid, interrogato dal procuratore Ahmad Naji il ricercatore italiano è stato interrogato e torturato per almeno 5 giorni, più probabilmente una settimana, a intervalli di una decina di ore l'uno dall'altro. Ne dà notizia la Reuters che fa riferimento a fonti vicino alla Procura egiziana.
Sarebbe la prima volta che dal Cairo arriva una qualche ammissione sulla responsabilità di apparati di sicurezza egiziani. Chiunque sarà accusato dell'omicidio, infatti, lo stava interrogando per ottenere delle informazioni. Il dottor Abdel Hamid è stato il primo a parlare di segni di tortura, sconfessando la prima versione delle autorità egiziane che parlavano di incidente stradale. Le ferite, le bruciature e le fratture riscontrate sul corpo di Regeni sarebbero state inflitte in almeno tre diversi "interrogatori".
Il ministro dell'Interno non ha rilasciato commenti e nemmeno lo stesso Hamid, mentre in serata, dal vice ministro della Giustizia,
Il telefono fu riacceso
Di questa ricostruzione parla anche il giornale egiziano Al Masry al Youm» a firma del giornalista Ahmed Ragab che dà un altro dettaglio: il cellulare di Regeni (ancora non ritrovato) sarebbe stato riacceso il 26 gennaio. Quindi, avendo i tabulati che l'Egitto sta negando alle autorità italiane assieme ai referti completi sull'autopsia e ai filmati delle videocamere di sorveglianza, si potrebbe risalire al luogo dove si trovava.
Tradito da Oxford Analytica
"Una fonte della sicurezza di alto rango" ha "evocato la possibilità" che Giulio Regeni "sia stato tradito da uno dei responsabili delle sue attività" presso il think tank anglo-americano Oxford Analytica. Qualcuno "che avrebbe deciso di sbarazzarsi di lui dopo aver profittato delle informazioni" fornite dal giovane ricercatore: lo sostiene il quotidiano filogovernativo egiziano Al Akhbar.
Risultati inchiesta solo a indagine chiusa
I risultati dell'inchiesta saranno resi noti non appena l'indagine sarà conclusa. Lo ha detto ieri il primo ministro egiziano, Sherif Ismail, nel corso di un'intervista televisiva rilasciata durante la trasmissione Ana Misr, aggiungendo che "le relazioni tra Egitto e Italia restano forti nonostante i tentativi volti a rovinare il legame tra i due paesi".