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Morte Diana, un agente SAS: “Incidente causato da luce negli occhi dell’autista”

Dopo la riapertura dell’inchiesta sulla morte della principessa Diana, avvenuta sedici anni fa, le rivelazione di un ex agente dei servizi speciali inglesi condisce lo scenario di un’altra possibilità all’origine dell’incidente che uccise anche Dodi Al Fayed e l’autista stesso.
A cura di Andrea Parrella
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Un ex soldato in forza alla SAS, principale forza speciale de Regno Unito, ha dichiarato che l'incidente che costò la vita alla principessa Diana Spencer e il suo compagno Dodi Al Fayed, nonché all'autista che conduceva l'automobile nel tunnel di Parigi, sia stato causato da una luce indirizzata nei suoi occhi. L'uomo in questione, noto come Soldato N, avrebbe affermato di aver avuto questa intuizione dopo aver conosciuto il principe William ad un corso di guida avanzato nel 2008. Come è noto, Scotland Yard ha deciso di riaprire il caso inerente le morti sospette ad agosto, dopo 16 anni dall'incidente, dopo aver interrogato la moglie dell'uomo, convinta che suo marito stia dicendo la verità. L'uomo racconta di aver formulato la tesi quando, parlando con William al corso del 2008, gli disse: "E' triste che tua madre non sia qui per vederti". La moglie del Soldato N, interrogando suo marito sulla dinamica dell'incidente si è sentita rispondere che le SAS stavano appunto seguendo l'auto nella quale si trovavano Diana e Dodi Al Fayed e che improvvisamente si è vista la luce proprio prima che l'incidente si verificasse. Il motivo, o meglio l'origine dell'incidente causato, sarebbe chiaramente riconducente alla casa reale, che avrebbe appunto ordinato alle SAS quest'operazione avendo invisa la relazione di Diana con Al Fayed.

L'inchiesta riaperta in Inghilterra correrà lungo un filo rosso che parte dalla certezza che i cellulari di Diana e di Al Fayed fossero sotto controllo prima dell'incidente. Lo ha confermato una fonte corroborata da un'inchiesta francese che avrebbe scoperto le registrazioni video dell'incidente, sino ad ora annunciate come disperse, siano in realtà state tenute nascoste. Indubbiamente i dati sono confusi, ma è certo che la riapertura dell'inchiesta non possa di certo essere casuale.

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