Morta Liora Argamani, madre di Noa, ostaggio di Hamas liberato un mese fa
Liora Argamani, madre di Noa Argamani, una degli ostaggi di Hamas liberati il mese scorso dall'Esercito israeliano, è morta all'ospedale Ichilov di Tel Aviv. Ad annunciarlo è stata la stessa struttura sanitaria ricordando che la donna era malata terminale di cancro al cervello e che durante gli otto mesi di prigionia della figlia aveva lanciato innumerevoli appelli per la sua liberazione, nella speranza di poterla rivedere un'ultima volta prima di morire. Il suo desiderio è stato esaudito; come ha infatti spiegato l'ospedale in una nota "Liora ha trascorso i suoi ultimi giorni insieme alla figlia Noa, tornata dalla prigionia, e alla sua famiglia più stretta".
Noa è stata rapita dai miliziani di Hamas il 7 ottobre e fin da subito sua madre Liora, 61 anni, aveva fatto appello pubblicamente per il rilascio della ragazza, spiegando che non le era rimasto molto da vivere e che voleva vedere Noa prima che morisse. La donna aveva rilasciato interviste ai media e si era rivolta anche al presidente degli Stati Uniti Joe Biden chiedendogli di impegnarsi per la liberazione di Noa.
Dopo il suo rilascio, Noa stessa aveva aderito al movimento israeliano che fa pressione per la liberazione degli ostaggi: sabato sera, nel corso dell'ennesima manifestazione a Tel Aviv, era stato proiettato un suo video in cui si chiedeva al governo di raggiungere un accordo per garantire il rilascio dei rimasti rimasti a Gaza: "Come figlia unica, come figlia di una madre malata terminale, la cosa che mi ha occupato di più durante la prigionia è stata la preoccupazione per i miei genitori", ha detto Noa, aggiungendo che è "un grande privilegio essere al fianco di mia madre, dopo otto mesi di incertezza".
Noa è stata salvata l'8 giugno da un condominio nel centro di Gaza: insieme ad altri tre ostaggi in un edificio vicino, durante un'operazione delle forze speciali israeliane in cui erano stati uccisi almeno 210 palestinesi.