Montana, l’appello del figlio non binario al padre governatore: “Ferma la legge contro i trans”
David Gianforte, 32enne che si identifica come persona non binaria, ha chiesto a suo padre di fermare una legge che limita i diritti delle persone transgender. Suo padre è il governatore repubblicano dello Stato del Montana, Greg Gianforte.
In un’intervista con il Montana Free Press Davide Gianforte ha detto di aver messo nero su bianco un discorso che poi ha letto a suo padre, per spiegargli che limitare le cure per la transizione, definire l’identità di genere come binaria, proibire agli studenti nelle scuole pubbliche di cambiare i pronomi con cui si identificano senza il permesso dei genitori sono una violazione dei diritti umani, leggi immorali e ingiuste. Al padre si è rivolto “come elettore e come figlio”. Le leggi danneggeranno la comunità LGBTQ+ di cui lo stesso figlio fa parte.
David Gianforte ha detto che suo padre lo ha ascoltato ma gli ha spiegato anche le sue ragioni: è “preoccupato per la sua carriera e consapevole che per restare governatore deve essere benvisto nel partito”. Padre e figlio si sarebbero incontrati il 27 marzo per discutere della legge. David Gianforte ha poi detto alla CNN di non voler rilasciare ulteriori interviste in questo momento.
Il Montana è diventato l'ultimo Stato a vietare o limitare le cure mediche di conferma del genere per i bambini transgender. È uno degli almeno 15 Stati con leggi che vietano tali cure, nonostante le proteste delle famiglie dei giovani transgender che sostengono che tali cure siano essenziali.
"Questo disegno di legge è un divieto generale troppo ampio che prende decisioni che dovrebbero essere prese dalle famiglie e dai medici e le mette nelle mani dei politici", ha dichiarato la sezione del Montana dell'American Academy of Pediatrics. Il disegno di legge "protegge i bambini del Montana da procedure mediche permanenti e che alterano la loro vita finché non sono adulti, abbastanza maturi per prendere decisioni così serie", ha scritto invece il governatore Gianforte nella lettera che accompagna gli emendamenti.