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Guerra in Ucraina

Molti soldati russi che combattono in Ucraina sono giovanissimi, dicono le autorità di Kiev

Moltissimi soldati inviati da Vladimir Putin a combattere in Ucraina sono giovanissime reclute, scarsamente addestrate e male equipaggiate.
A cura di Enrico Tata
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Scarsamente addestrati e con poca esperienza sul campo di battaglia, male equipaggiati e soprattutto giovanissimi, poco più che diciottenni. Questo è il ritratto, secondo le autorità di Kiev, di moltissimi soldati inviati da Vladimir Putin a combattere in Ucraina. Un alto funzionario della difesa degli Stati Uniti li ha descritti come "uomini molto giovani, non tutti apparentemente completamente addestrati e preparati o addirittura consapevoli che stavano per essere inviati in un'operazione di combattimento". Tanti sono coscritti, arruolati da poco, praticamente reclute.

Nella prima riunione d'emergenza delle Nazioni Unite l'ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya ha parlato proprio delle truppe russe che stanno combattendo nel suo Paese e ha letto alcune lettere o conversazioni tra le reclute e i loro genitori: "Mamma, sono in Ucraina. C'è una vera guerra che infuria qui. Ho paura. Stiamo bombardando tutte le città, prendendo di mira anche i civili. Ci avevano detto che ci avrebbero accolto… Ci chiamano fascisti. Mamma, è così difficile". Quando sono partiti, forse non sapevano di dover partecipare a una vera guerra, ingannati dalla propaganda e dalla dicitura che Mosca utilizza ancora per l'invasione: "Un'operazione speciale". Più di 5mila soldati russi hanno perso la vita dall'inizio del conflitto e più volte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato il tragico tributo di vittime nell'esercito russo. "Siete tutti ragazzi giovani, non volete morire qui. Lo so molto bene. Non avete idea di dove state andando… Quindi arrendetevi, ragazzi. Vi daremo da mangiare, vi daremo acqua, nessuno vi molesterà. A differenza di voi, noi non uccidiamo persone non armate", è il testo di un video realizzato da un soldato di Kiev proprio per far breccia sulla paura di queste giovanissime reclute russe e sull'opinione pubblica a Mosca.

Un altro tentativo in questo senso è stata l'apertura di un sito internet per permettere ai cittadini russi di sapere se i loro parenti sono stati uccisi o fatti prigionieri. "Qui pubblicheremo tempestivamente foto e video che riceveremo dal campo di battaglia. Se i tuoi parenti o amici sono in Ucraina e partecipano alla guerra contro il nostro popolo, qui puoi ottenere informazioni sul loro destino". "So che molti russi sono preoccupati di come e dove sono i loro figli, figli, mariti e cosa sta succedendo loro, così abbiamo deciso di mettere questo online in modo che ognuno di voi possa cercare il proprio caro che Putin ha mandato a combattere in Ucraina", ha spiegato un funzionario di Kiev. Sul sito vengono caricate le immagini e i video dei soldati russi catturati, poco più che ragazzini (è anche un'evidente operazione di propaganda). Il ministro della difesa ucraino ha offerto a tutti i soldati russi catturati una piena amnistia: "Molti di loro sono davvero giovani. Il Cremlino li ha trasformati in criminali e assassini. Sono stati ingannati dalla propaganda o sono vittime di intimidazione". Secondo le autorità di Kiev diversi soldati russi prigionieri hanno affermato di essere stati costretti ad andare a combattere in Ucraina e in alcuni casi hanno detto che si uniranno alle forze ucraine.

In un'analisi del Whashington Post si fa notare come all'interno dell'esercito russo vi siano notevoli differenze tra i soldati a contratto, il 70 per cento, e i coscritti. I primi sono ben pagati (in media) e meglio addestrati. Le reclute, invece, sono scarsamente addestrate e, come abbiamo visto, poco più che maggiorenni. I coscritti, si legge nell'articolo, di solito gestiscono il carburante, le munizioni e le spedizioni di cibo e se queste attività funzionano male potrebbero causare un effetto valanga "paralizzando le unità di prima linea". Il Cremlino, tuttavia, sta negando anche la presenza di coscritti sul suo ucraino, anche perché in teoria essi non sarebbero legalmente autorizzati a combattere al di fuori dei confini russi.

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