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Modella transgender sfigurata dalle percosse nel carcere maschile

Secondo la vittima, Veronica Bolina, gli aguzzini sono le guardie carcerarie. Le autorità hanno aperto un’inchiesta per verificare le responsabilità.
A cura di Redazione
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Veronica Bolina prima e dopo l'arresto.
Veronica Bolina prima e dopo l'arresto.

Arrestata il 12 aprile per aggressione ad un vicino anziano e tentato omicidio, la modella Veronica Bolina è stata trasfigurata dalle percosse ricevute in carcere. La vicenda della transgender brasiliana è stata raccontata, tra gli altri, dagli attivisti lgbt del paese, che puntano il dito contro la polizia sudamericana e che hanno dato vita ad una campagna in sua difesa che sui social network viaggia sotto l'hashtag #SomosTodasVeronica. La donna, detenuta presso il carcere maschile di Sao Paolo, sarebbe stata spogliata e aggredita dalle stesse guardie carcerarie, le quali negano questa versione dei fatti e indicano i colpevoli in altri detenuti che le avrebbero colta mentre si masturbava.

Ancora prima e dopo l'arresto.
Ancora prima e dopo l'arresto.

Bolina aveva inizialmente dichiarato alle autorità brasiliane di essere stata lei ad aggredire gli agenti, ma, ascoltata venerdì dal responsabile dei diritti gender della città di Sao Paolo, ha ritrattato la deposizione, spiegando di essere stata invitata a dire il falso per poter beneficiare di un regime carcerario più leggero. La modella ha spiegato infatti di essere stata picchiata in tre momenti diversi dalle guardie carcerarie, ad una delle quali, per reazione, avrebbe dato un morso. Le autorità competenti hanno aperto un'inchiesta sulla vicenda e hanno garantito che Bolina verrà trasferita in un centro di detenzione femminile in cui sarà libera di indossare gli abiti che le sono graditi.

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