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Guerra in Ucraina

Mobilitazione volontaria ed economia di guerra: cosa sta facendo Putin e cosa significano queste mosse

Mobilitazione volontaria ed economica di guerra: sono queste le ultime due mosse di Putin per proseguire la guerra in Ucraina.
A cura di Ida Artiaco
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Con la guerra in Ucraina che procede a rilento, il presidente russo Vladimir Putin è corso ai ripari.

In primis, ha lanciato quella che viene chiamata "mobilitazione volontaria": l'ordine partito dal Cremlino riguarda i soggetti federali, ossia le 85 regioni della Federazione russa comprese Sebastopoli e la Crimea.

L'obiettivo è quello di formare, con i budget regionali e i fondi della previdenza sociale, 85 battaglioni di almeno 400 volontari di età compresa tra 18 e 50 anni (è stato eliminato il limite dei 40 anni), attraverso contratti di sei mesi e un salario che va da 220mila a 350mila rubli al mese, pari a circa 3750-6mila dollari, e in alcuni casi è previsto anche un bonus.

A rispondere sono soprattutto i giovani delle zone povere, come Cecenia e Daghestan nel Caucaso e la Buriazia nell'Est, dove la crisi economica rende più attraente il reclutamento. Alcuni media indipendenti russi rivelano che offerte di denaro per andare a combattere in Ucraina adesso si sentono anche nelle prigioni e nei grandi cantieri navali finiti sotto sanzioni.

Nelle intenzioni del presidente, si dovrebbe in questo modo evitare la mobilitazione generale che in passato, quando invocata, ha dato vita ad una serie di sommosse popolari, scenari che il leader del Cremlino vorrebbe evitare a tutti i costi. Anche perché sarebbe difficile da giustificare agli occhi dell'opinione pubblica dal momento che quella contro Kiev continua a essere presentata come una "operazione speciale".

A rivelare quanto sta succedendo è il corrispondente di guerra e blogger Laksim Fomin. In questo modo dovrebbero essere rimpiazzati i soldati stremati e col morale sempre più a terra al momento impegnati in Donbass.

Inoltre, la camera bassa del parlamento russo ha approvato in prima lettura una legge, proposta dal governo, per adattare l'economia alle esigenze militari.

Fra le misure, la possibilità che le industrie siano costrette a rifornire le forze armate. I lavoratori possono essere inoltre costretti, in caso di necessità, a lavorare di notte, nei weekend e i giorni festivi, così come a rinunciare alle ferie. Ufficialmente la Russia non è in guerra, perché quella in Ucraina viene definita come una "operazione speciale".

Il vice premier Yuri Borisov ha quindi spiegato che la nuova legge è necessaria a causa della crescente pressione delle sanzioni occidentali e della fornitura occidentale di armi all'Ucraina.

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