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Guerra in Ucraina

Missili su ospedale pediatrico a Kiev, Save The Children: “Pazienti salvati da medici eroi. Basta raid aerei”

L’intervista di Fanpage.it a Prokofiev Vsevolod, media manager di Save the Children, dopo l’attacco all’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev, in Ucraina: “Sette bambini sono rimasti feriti. Mi ha ricordato Mariupol quando fu colpito il reparto di maternità nel 2022. C’erano detriti ovunque. È stato straziante. Ora basta raid aerei”.
Intervista a Prokofiev Vsevolod
media manager di Save the Children.
A cura di Ida Artiaco
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"Quando sono arrivato sul posto ciò che ho visto mi ha ricordato quello che successe a Mariupol quando fu colpito il reparto di maternità. C'erano detriti ovunque. È stato straziante ma anche una fonte di ispirazione. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso, è difficile trovare qualcuno vivo sotto le macerie".

A parlare a Fanpage.it è Prokofiev Vsevolod, media manager di Save the Children, che ha spiegato cosa è successo ieri a Kiev, dove è stato colpito da un missile l'ospedale pediatrico Okhmatdyt, la più grande struttura pediatrica dell'intero Paese. Una parte dell'edificio è andato distrutto, le operazioni di soccorso sono ancora in corso ma sarebbero già 7 i piccoli pazienti rimasti feriti. Solo nella Capitale, secondo quanto affermato dal presidente Zelensky sono stati danneggiati 100 edifici, provocando in totale 38 morti. Non è mancata la risposta dell'Ucraina che ha lanciato droni su Belgorod, dove sono morte 4 persone.

Prokofiev, cosa pensa di quello che è successo ieri a Kiev?

"È stato un incidente atroce, quando ho raggiunto la clinica ieri, quello che ho visto mi ha ricordato molto quello che è successo a Mariupol quando fu colpito il reparto di maternità a marzo del 2022. È stato davvero straziante. Si potevano vedere pezzi di vetro rotti, detriti ovunque. Anche arrivando a mezzogiorno, poco ore dopo l'attacco, c'erano molti pazienti con i loro genitori vicino all'ospedale, perché arrivano da parti diverse dell'Ucraina e non risiedono necessariamente nella Capitale, che hanno dovuto aspettare all'esterno finché non sono stati evacuati in altri ospedali. Come dicevo è stato straziante e difficile vedere tutto questo ma allo stesso tempo è stato anche una fonte di ispirazione con centinaia di persone, tra volontari e semplici cittadini residenti nelle aree vicine alla clinica, che sono corse ad aiutare con tutto il necessario per poter supportare i soccorritori. Hanno portato cibo, forniture mediche e tutto quello che potrebbe servire in situazioni come questa. Sono riuscito a parlare con una dei dottori che lavora come primario nel reparto di oncologia e mi ha detto che è riuscita a malapena a portare tutti i suoi pazienti nel corridoio di sicurezza".

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Quale è la situazione al momento?

"Le operazioni di soccorso sono ancora in corso, ci sono ancora persone sotto le macerie e al momento non sappiamo quanto ancora servirà per le ricerche. Ho letto che molte di loro si trovano in sotto le macerie delle sezioni distrutte della struttura ospedaliera, perché era un edificio a tre piani, con sezioni sovrapposte. Ci sono pochissime possibilità che qualcuno sia ancora vivo, ma abbiamo la speranza che tutti siano stati evacuati perché sono state seguite tutte le procedure di evacuazione. I medici e tutto il personale sanitario sono stati degli eroi e hanno fatto di tutto per tenere i loro piccoli pazienti al sicuro".

Dove si trovano adesso piccoli pazienti?

"Sono stati trasferiti in un altro ospedale, il nostro team ha trascorso l'intera giornata di ieri valutando le esigenze dei piccoli evacuati. Siamo riusciti a identificare 30 pazienti evacuati dai reparti di terapia intensiva in altro ospedale e ci sono altre negoziazioni in corso. Stiamo anche verificando con i funzionari locali come possiamo essere utili alle famiglie che sono state direttamente colpite da queste successo. Ci stiamo già adoperando per fornire loro assistenza con le forniture mediche, con cibo e acqua, quindi sappiamo che quei bisogni di base sono già coperti".

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Secondo dati di questa mattina, dall'inizio della guerra in Ucraina sono morti oltre 500 bambini. Cosa si deve fare per fermare tutto questo?

"In questo contesto c'è solo una cosa da fare: far sì che le famiglie e i bambini vivano al sicuro e che non vengano mai attaccate case, scuole ed ospedali, così come altre infrastrutture civili e critiche. Lo dice la legge. Ma ciò che vediamo è che questo accade di continuo, con missili lanciati su aree popolate. Ciò porta a molta distruzione e a numerose vittime, per cui possiamo concludere che nessun luogo è sicuro in Ucraina per i bambini. Qui le sirene che annunciano i raid aerei continuano a suonare giorno dopo giorno.

Nell'attacco all'ospedale Okhmatdyt sono rimasti feriti 7 bambini ma questo numero potrebbe aumentare ancora in qualsiasi momento perché le operazioni di soccorso sono ancora in corso. Si tratta di un numero al momento basso ma credo che nessun bambino dovrebbe essere ferito, semplicemente perché i missili non dovrebbero cadere mai vicino area popolate, villaggi e luoghi in cui potrebbero esserci donne o bambini, non solo ospedali, ma anche scuole. Se noi guardiamo alle statistiche, vediamo che il 90% delle vittime civili tra i bambini si sono verificate in questi attacchi da parte di missili e droni, insomma in quelli che definiamo raid aerei e il 90% di tutte le vittime civili in Ucraina in due anni e mezzo di questa guerra sono avvenuti in aree popolate. E questo è severamente proibito dalla legge e dalla comunità internazionale. Dobbiamo far sì che famiglie e bambini possano vivere una vita di pace il più possibile durante la guerra. Questo è molto importante aiutare i bambini di continuare la loro infanzia e la fase di sviluppo".

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