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Guerra in Ucraina

Missile in Polonia, il titolare italiano dell’azienda: “Nessuno se lo aspettava, è stato uno choc”

“È stata una sorpresa per tutti. Quello che è successo ci ha scosso, ora vediamo di ripartire” ha spiegato Federico Viola, imprenditore padovano che gestisce l’azienda agricola colpita dal missile a Przewodow, in Polonia.
A cura di Antonio Palma
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Un grande fischio e poi l’esplosione che ha distrutto trattore e rimorchio, mandando in frantumi tutti i vetri degli edifici nel raggio di 200 metri e soprattutto uccidendo due operai agricoli al lavoro. È il drammatico racconto dei momenti in cui il missile ha colpito un'azienda agricola italo-polacca a Przewodow, in Polonia, vicino al confine con l’Ucraina, uccidendo due operai della ditta, un 58enne e un 60enne residenti del posto.

A raccontare il terribile momento è Federico Viola, imprenditore padovano che da 32 anni lavora in Polonia e si occupa di coltivazioni dopo aver fondato una azienda chiamata Agrocom.

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In quel momento Viola non era in azienda, stava tornando a Cracovia, dove risiede. Era ancora in viaggio quando una telefonata gli ha imposto di tornare. “Devi tornare in azienda c'è stata un'esplosione” gli hanno detto, ma in quel momento nessuno pensava a un missile.

Molti residenti credevano a una esplosione dovuta a una bombola di gas o a qualche tipo di incidente con i mezzi agricoli e a nessuno è venuto in mente un missile nonostante la zona è a pochi chilometri dal confine ucraino.

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“È stata una sorpresa per tutti, non solo per noi. Pensavamo non potesse capitare e poi invece è successo” ha dichiarato Viola, raccontando: “Il direttore mi ha detto di aver sentito un grande frastuono e un fischio, come quello di un razzo che ti passa sopra la testa. Era proprio quel proiettile, che ha terminato la sua corsa nella pesa dove mettiamo il mais prima di stoccarlo”.

In quel momento sfortunatamente sul posto vi erano due operai, un 58enne e un 60enne polacchi residenti del posto, un trattorista e un magazziniere che non hanno trovato scampo. “Il direttore era sconvolto, era andato in sopralluogo e aveva visto due nostri collaboratori, i due Bogdan, in fin di vita. Per lui erano già morti, ma la paura gli ha impedito di avvicinarsi e capire meglio” ha rivelato l’imprenditore italiano al Gazzettino.

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I due lavoravano da decenni con la ditta agricola e lasciano due figli ciascuno. “Qui è un piccolo paese, è una tragedia che stanno vivendo tutti, lo stiamo vivendo anche noi e oggi abbiamo dato un giorno libero a tutti” ha spiegato Villa ai media locali. Un dolore confermato dall'amministrazione comunale che ha introdotto mercoledì un periodo di lutto di tre giorni, che durerà fino al 19 novembre.

“Quello che è successo ci ha scosso, ora vediamo di ripartire, ma non sappiamo quando” ha spiegato Villa al Corriere della Sera. “La zona è recintata non si può accedere ai magazzini di cereali per l’essicazione e lo stoccaggio, il resto dell’azienda invece è accessibile. Quando ci lasceranno entrare non lo so, sarà cura della polizia locale darci le istruzioni. Resta lo choc, ma la cosa più importante è che ritorni la calma nei paesi limitrofi” ha concluso.

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