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Miracolo in Indonesia, ritrovati vivi 31 studenti a una settimana dal terremoto

In Indonesia, a una settimana dal terremoto e dallo tsunami, sono stati ritrovati vivi 31 giovani studenti che erano rimasti intrappolati all’interno di due diverse scuole. Si aggrava, però, il bilancio delle vittime nella regione di Sulawesi, dove si contano 1.649 morti e più di 70mila persone sfollate.
A cura di Stefano Rizzuti
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A una settimana di distanza dal terremoto e dallo tsunami che ha devastato l’isola di Celebes, in Indonesia, 31 ragazzi sono stati trovati vivi nonostante fossero intrappolati da giorni dentro due scuole. I ragazzi sono stati salvati dentro due scuole di formazione professionale: 23 si trovavano nel sotto-distretto Marawola a Sigi, mentre altri 8 in quello di Tondo, a nord di Palu. La notizia è stata data dal portavoce dell’agenzia di soccorso Basamas, Yusuf Latif. Non si sa quale sia l’età degli studenti salvati, anche se solitamente questi centri educativi vengono frequentati da studenti tra i 15 i 17 anni.

Il portavoce dell’agenzia di soccorso ha spiegato: “La catastrofe si è verificata di venerdì mentre i ragazzi stavano ancora studiando nelle scuole”. Ora i giovani sono tornati dalle loro famiglie, mentre proseguono le ricerche, estese in tutta la regione fino a 14 giorni dopo il disastro. Si aggrava, però, il bilancio delle vittime del terremoto e dello tsunami in tutta la regione centrale di Sulawesi: i morti sono 1.649, più di 70mila sono invece le persone sfollate. Sotto il fango e le macerie, secondo chi sta gestendo i soccorsi, si troverebbero ancora più di mille persone disperse, soprattutto nella zona di Palu, nel quartiere di Balaroa.

Le operazioni di soccorso proseguono in tutta l’area colpita, dove si sono registrate 450 scosse dopo la prima che ha preceduto lo tsunami. Dal Giappone è arrivato un aereo militare che trasportava beni di prima necessità, come cibo e medicine. Intanto, stanno lentamente riprendendo i voli commerciali all’aeroporto con due o tre voli per giorno. Save the Children si dice molto preoccupata per l’imminente emergenza sanitaria che potrebbe diffondersi sull’isola se non verranno subito costruite latrine provvisorie e organizzata la fornitura di acqua pulita.

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