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Guerra in Ucraina

Minacce russe alla NATO, pronto il primo tratto dello scudo East Shield: cos’è e perché è importante

Il premier polacco Donald Tusk ha annunciato ieri il completamento del primo tratto dello scudo orientale che dovrebbe estendersi per circa 800 chilometri lungo i confini polacchi con la Russia e la Bielorussia: “L’obiettivo è dissuadere e scoraggiare un potenziale aggressore, motivo per cui è davvero un investimento per la pace”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il primo tratto dell'East Shield al confine con la Russia è pronto. Durante il mio incontro con i soldati a 200 metri dal confine mi sono sentito davvero al sicuro". Con queste parole, accompagnate da una immagine, il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato su X, già Twitter, la realizzazione della prima parte dell'East Shield, lo scudo orientale che alla fine dovrebbe estendersi per circa 800 chilometri lungo i confini polacchi con la Russia e la Bielorussia, per un valore totale di circa due miliardi e mezzo di euro di investimento.

L'obiettivo, dunque, è quello di fortificare i confini della Polonia con la Bielorussia e l'exclave russa di Kaliningrad per scoraggiare le ambizioni imperialiste di Vladimir Putin, che nelle ultime settimane è tornato a minacciare l'Occidente e la NATO facendo leva sulle armi nucleari. Tusk, visitando il confine, lo ha definito come un "investimento per la pace".

In piedi di fronte alle barriere anticarro in cemento ha dichiarato in una conferenza stampa: "Quanto più è sorvegliato il confine polacco, tanto più è difficile accedervi per chi ha cattive intenzioni", aggiungendo che "tutto ciò che stiamo facendo qui, e lo faremo anche al confine con la Bielorussia e l'Ucraina, è dissuadere e scoraggiare un potenziale aggressore, motivo per cui è davvero un investimento per la pace".

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Il premier polacco ha infine spiegato che "spenderemo miliardi di zloty per questo, ma in questo momento tutta l'Europa sta osservando questi investimenti e le nostre azioni con grande soddisfazione e li sosterrà se necessario", aggiungendo che si tratta del più grande progetto di questa natura in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Il programma comprende la realizzazione di fossati anticarro, bunker e altri ostacoli, progettati per impedire e controllare il movimento attraverso il confine, ma anche implementazione di tecnologie di sorveglianza moderne, alcune alimentate dall'intelligenza artificiale, che comprendono intelligence delle immagini (IMINT), intelligence dei segnali (SIGINT) e monitoraggio acustico.

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