Minacce kamikaze all’Europa e agli Usa: la Siria pronta ad attaccare l’Occidente in caso di intervento militare
Situazione drammatica in Siria, dove la popolazione versa ancora sangue, per ottenere la libertà e la democrazia dopo anni di dittatura. Sono stati uccisi altri 14 civili da una massiccia repressione delle compagini militari e di Polizia ancora fedeli a Bashar Al Assad. A comunicare quest’atroce bollettino di guerra civile sono i Comitati di Coordinamento locale, i quali parlano anche di 17 agenti della sicurezza morti in seguito ad uno scontro avuto con i militari disertori. Se verrà messo a punto un intervento militare in Siria, l’Europa e gli Usa rischierebbero attacchi kamikaze: a dichiararlo attraverso un video messo in onda dalla tv di Stato siriana, poi diffuso anche dall’emittente panaraba Al Arabiya, il Gran Mufti Ahmad Bader Hassun, il quale ha sottolineato che “Nel momento in cui il primo missile colpirà la Siria, il Libano e la Siria lanceranno tutti i loro figli come attentatori suicidi sul territorio europeo e della Palestina”.
Un avvertimento che non lascia di certo impassibili i paesi europei, anche perché, lo stesso Hassun ha specificato che, i futuri kamikaze che dovrebbero occuparsi di contrattaccare l’Europa in caso di intervento militare a Damasco, già sono presenti sul territorio europeo: “Prepareremo attentatori suicidi che sono già tra di voi […] chi infliggerà il primo colpo sarà più ingiusto, vi prego, non avvicinatevi al nostro Paese!”, queste le parole dello shaykh. Le minacce arrivate dalla Siria non fermano, però, la volontà di porre fine a questa scia di sangue che si sta espandendo in tutto il paese e che ha già provocato tante morti ingiuste.
Domani a Parigi si terrà una conferenza stampa, organizzata dall’opposizione siriana, allo scopo di delineare i punti fondamentali, utili ai fini del rovesciamento del regime dittatoriale di Al Assad. Gli Usa e l’Unione Europea hanno condannato la repressione del regime che ha provocato, secondo l’Onu, ben 4.000 morti: 2.900 civili che hanno perso la vita durante le rivolte svoltesi negli ultimi mesi e 1.100 soldati caduti durante gli scontri e le cariche.