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Militari americani, troppi soldi per le ville a Napoli: il Pentagono li sfratta

Rapporto della Difesa Usa: troppi dollari spesi per alloggiare generali e ammiragli in strutture da nababbi. Nel mirino gli affitti di Villa de Iorio e Villa Anna e gli ingenti lavori di manutenzione di Villa Nike.
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Ville da sogno affittate per ospitare generali e ammiragli della Marina Militare degli Stati Uniti d'America impegnati nelle missioni nelle basi europee. Veri e propri immobili da nababbi i cui costi sono finiti nel mirino di un rapporto del Pentagono che si è occupato delle eccessive spese per la gestione della logistica, ponendo anche l'accento sulla "mancanza di volontà da parte dei militari di cercare alternative meno costose". La notizia è riportata dal Los Angeles Times, ripresa anche da altre fonti. Si parla di Italia e di Napoli, in questa storia: alcuni alti ufficiali, secondo il rapporto del Pentagono – 57 pagine "di fuoco" – costano così tanto da violare i tetti, pur generosi, fissati dagli States. Ci sono ad esempio tre ufficiali, tre figure apicali, assegnate alla Base navale della Nato a Napoli che hanno case il cui costo supera di gran lunga le spese ammesse per quel tipo di incarico.

Qualche esempio? Il "commander of Submarine Group 8, Robert Burke, alloggia in Villa de Iorio, immobile di 6.600 metri quadrati ubicato a Napoli, in leasing per 172mila dollari l'anno. La politica della Us Navy adottata lo scorso anno – dice LA Times – che è solo gli ufficiali in zone a rischio possono avere contratti di locazione così onerosi. E Napoli non è certamente un caso di questo tipo. Per questo motivo, riferisce il rapporto del quartiere generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America, citato dal LA Times, quel contratto d'affitto sarà chiuso rapidamente. Stessa sorte per Villa Anna, lì dove alloggia il comandante della Navy Region Europe (il contratto di locazione sarà annullato questo autunno, non nel 2014 come previsto) e Villa Maria, residenza del direttore operazioni dell'Allied Joint Force Command.

Il Pentagono inoltre rinuncerà a Villa Nike, una residenza di 12mila metri quadrati ubicata a Posillipo, in via Scipione Capece, a causa di "infiltrazioni d'acqua, problemi strutturali e di un sistema elettrico veccchio", ragioni che hanno spinto i costi di manutenzione fino a 220mila dollari l'anno, dice il dossier. Si tratta di una decisione a suo modo storica: Villa Nike è stata la residenza dei più alti ranghi militari degli Stati Uniti dislocati in Italia meridionale negli ultimi 62 anni. Lo splendido immobile, con una vista mozzafiato sul golfo di Napoli, è di proprietà del governo italiano ed è affidato ai militari Usa che ne pagano la manutenzione. Bruce W. Clingan, comandante di tutte le forze navali Usa in Europa che occupava Villa Nike si trasferirà quindi a Villa Capri, una residenza più "modesta" (2.600 metri quadrati) e più vicina alla base di Gricignano. Un trasloco pure costato un bel po': 27mila dollari per aggiornare le attrezzature di comunicazione, effettuare lavori di manutenzione più altri 4mila dollari per il trasloco dei Clingans. Una decisione, riferisce Military.com, non immune da polemiche: la decisione ha determinato a ruota lo spostamento di Scott Gray, il comandante della base che occupava Villa Capri. Gray ha dovuto far fagotto insieme alla sua famiglia: sei persone e un gatto.

Generali e ammiragli – sostiene il LA Times – dicono di aver bisogno di grandi case con alto livello di sicurezza – così come cuochi e giardinieri – perché spesso ospitano dignitari in visita o sono protagonisti di eventi. Qualche anno fa, nel 2008, ci fu un allarme, lanciato proprio dall'allora comandante della Nato, circa una serie di immobili di proprietà di personaggi riconducibili a clan camorristici, affittati ai militari americani; per quel motivo i comandi americani chiesero aiuto all'Italia per censire e combattere il fenomeno.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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