Migranti, vertice Ue: risorse triplicate per Triton. Ma nessuno vuole ospitarli
Si è concluso poco dopo le 21 il vertice sull’immigrazione convocato in via straordinaria dall’Italia dopo la terribile strage nel Mediterraneo, venerdì nel canale di Sicilia. La decisione più importante riguarda i fondi da dedicare all’emergenza profughi: si è passati dai 3 milioni al mese attuali, a 9. Praticamente fondi triplicati, attinti dalle riserve dell’Unione. La proposta era stata avanzata dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Rafforzati anche i mezzi per le operazioni coordinate da Frontex Triton e Poseidon (Grecia). Molti i Paesi che si sono già detti disponibili ad offrire i propri mezzi, tra questi Francia, Belgio, Croazia, Slovenia, Norvegia e soprattutto Germania, che ha manifestato l’intenzione di inviare 3 navi. Anche la Gran Bretagna ha offerto navi, elicotteri e pattugliatori per le operazioni di soccorso e salvataggio. Questo a patto “che le persone salvate siano portate nel Paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiedano asilo nel Regno Unito”.
Nessun accordo invece sui reinserimenti. Il progetto pilota prevedeva la distribuzione di 5.000 rifugiati tra i Paesi europei, che vi aderirebbero comunque su base volontaria. In serata si era parlato del raddoppio a 10mila. In ogni caso un numero insufficiente se parametrato alle cifre ieri dal prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento immigrazione del Viminale, secondo il quale nel 2015 sono attesi tra i 170mila e i 200mila arrivi. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, è stato chiaro sul punto: La “drammatica situazione nel Mediterraneo” dimostra che quella dell’immigrazione “è una questione europea e non un problema dei paesi del sud europeo”, ma “la discussione sulla solidarietà” tra paesi europei per “la redistribuzione dei richiedenti asilo” sarà “la questione più difficile da trattare. Bisognerà sconfiggere qualche interesse nazionale in nome del bene comune”.
Non si è invece parlato della durata mandato di Triton, semplicemente perché si tratta in ogni caso di una missione di soccorso e che, dunque, intervenire anche oltre i limiti prestabiliti si spiega con l’emergenza. Come sottolinea l’Alto rappresentante Federica Mogherini, “la legge del mare obbliga al salvataggio, quindi aumentare la portata della missione Triton, determina automaticamente un aumento dei salvataggi in mare”.