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“Migranti uccisi in Tunisia per espiantarne gli organi”. L’orrore denunciato da Refugees In Libya

L’allarme di Refugees In Libya: “I migranti neri vengono presi di mira e uccisi in Tunisia, e i loro corpi presentano chiari segni di espianto di organi. Non si tratta di voci, ma di un brutale e continuo traffico organizzato di organi che avviene in ospedali e centri di detenzione”.
A cura di Davide Falcioni
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"I migranti neri vengono presi di mira e uccisi in Tunisia, e i loro corpi presentano chiari segni di espianto di organi. Non si tratta di voci, ma di un brutale e continuo traffico organizzato di organi che avviene in ospedali e centri di detenzione". La denuncia, affidata a un post su X, è di Refugees In Libya, organizzazione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti nata dall'esigenza di dare voce alle gravi preoccupazioni di un vasto ed eterogeneo gruppo di persone residenti in Libia, vittime sistematiche di abusi e violenze.

Il collettivo ha ricordato che "negli ultimi mesi, diversi migranti sono scomparsi, per poi essere ritrovati morti – con tagli chirurgici, organi mancanti e nessuna spiegazione chiara da parte delle autorità. Alcuni non vengono mai ritrovati". Alla denuncia è stato allegato anche un video, che Fanpage.it ha deciso di non mostrare. Il filmato mostra il corpo di un migrante somalo. "I medici hanno detto ai suoi amici che è morto per ‘cuore rotto' e una frattura al setto nasale. Ma il video racconta un’altra storia: il suo torso è stato aperto dal petto fino alla vita. Una lunga e netta incisione chirurgica fa pensare all’espianto di organi interni. Questo non è un trattamento medico standard. Questo è traffico di organi".

Secondo Refugees In Libya i trafficanti "attendono che tu non abbia più nessuno. Nessun documento. Nessuna voce. Nessuna famiglia che faccia domande. Poi ti aprono. Prendono ciò che vogliono. Ti ricuciono. E raccontano al mondo che sei morto per qualcosa di vago".

La denuncia di Refugees In Libya conferma gli allarmi lanciato da numerose organizzazioni internazionali sui disumani trattamenti riservati ai migranti in Tunisia; secondo il rapporto State Trafficking (Tratta di Stato) – presentato due mesi fa al Parlamento Europeo da RRX, un gruppo di ricerca internazionale – forze armate tunisine, milizie libiche e gruppi criminali si sarebbero resi responsabili nel corso degli anni di innumerevoli violenze e torture ai danni di persone migranti.

L'indagine, in particolare, ha rivelato un inquietante traffico di esseri umani gestito dalla Guardia Nazionale tunisina, che coinvolge migliaia di migranti subsahariani venduti come schiavi alle milizie libiche. Il rapporto, che raccoglie numerose testimonianze dirette, mette in luce un sistema di abusi sistematici che non solo sfrutta le persone, ma le sottopone a torture fisiche, sessuali e psicologiche.

Le vittime, spiega il dossier, vengono spesso separate in base al sesso, etnia e nazionalità, con le donne che hanno un "valore" maggiore e sono frequentemente oggetto di violenze sessuali.  Una volta arrestati, i migranti vengono rinchiusi in campi di detenzione tunisini improvvisati o in strutture sotto il controllo di milizie e forze di polizia locali. Da qui, molti vengono trasferiti in Libia, dove sono detenuti in condizioni disumane e, infine, "venduti" a chi è disposto a pagare. Come raccontato da testimoni diretti, le persone vengono scambiate per denaro, droga o carburante, trasformandole in merce da commerciare tra le milizie.

"Tratta di Stato – spiega il rapporto – vuole riaprire il dibattito sulla responsabilità dell’Unione Europea e dei singoli stati nell’esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come sullo statuto di ‘Paese sicuro' assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE".

Secondo il governo Meloni, la Tunisia è un Paese sicuro.

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