Migranti, l’Austria non chiuderà il Brennero, ma chiede all’Italia più controlli
Con la chiusura della rotta balcanica, l'attenzione degli stati membri dell'Ue è tutta sulle altre strade che prenderanno i migranti – molte delle quali interessano l'Italia. La più preoccupata è l'Austria, che teme una nuova emergenza profughi in arrivo proprio dal nostro paese: per questo motivo è sempre più intenzionata a introdurre controlli sul Brennero. In un’intervista all’agenzia Apa, la ministra degli Interni austriaca Johanna Milk Leitner ha dichiarato che "l’Italia non può contare sul fatto che il Brennero resti aperto, se si arriva a flussi incontrollati di migranti" e che la crifra di chi raggiunge il nostro paese attraverso il Mediterraneo potrebbe raddoppiare dai 150mila dell’anno scorso a 300mila. discorsi , secondo il sottosegretario all’Interno, Filippo Bubbico "singolari e campati in aria perché fino ad ora i flussi sono in senso inverso, sono dall’Austria in Italia e non il contrario". Milk Leitner ha incontrato oggi a Roma il ministro dell'Intero Angelino Alfano. Un meeting da cui la ministra si auspica una "collaborazione più stretta tra Austria e Italia" per evitare la chiusura del Brennero. Il ministro Alfano "è informato che l’Austria è il secondo paese più colpito dai flussi migratori in Europa. Abbiamo accolto novantamila persone lo scorso anno e non possiamo accoglierne altri, soprattutto con flussi di queste dimensioni, perché vogliamo integrarli", ha dichiarato Leitner in conferenza stampa dopo la fine dell’incontro. L'Austia chiede quindi all’Italia di identificare e registrare con le impronte digitali i migranti e richiedenti asilo in arrivo.
Il ministro degli Interni tedesco Thomas De Maiziere ha spiegato che nel 2016 in Germania si è registrata una netta diminuzione degli arrivi: gli ultimi mesi del 2015 c'erano stati 500 mila ingressi, nei primi tre di quest'anno sono srati 170 mila, un calo del 66%. A fronte della diminuzione degli arrivi, invece, sono aumentate le richieste d'asilo, con un incremento del 112% – dato soprattutto dallo smaltimento dei profughi arrivati lo scorso anno. De Maziere però si è mostrato cauto sull'eventualità che emergano altre rotte, "specialmente Libia-Italia" e sull'eventuale risposta del nostro paese.
In questo clima di preoccupazione per "quello che sarà", riprendono i tasferimenti – interrotti lunedì – da parte della Grecia in Turchia per i migranti arrivati illegalmente. I profughi sono stati fatti partire nella notte dalle isole di Chio e Lesbo, tra le proteste di Ong e attivisti e anche degli stessi migranti: due uomini e una donna si sono attaccati all'ancora dell'imbarcazione Frontex in procinto di salpare. In tutto sono partite 140 persone.