Migranti, l’Austria annuncia una barriera al Brennero. Anche l’Italia avrà la sua Idomeni?
Ieri l'Austria ha annunciato l'avvio della costruzione di una barriera al confine italiano del Brennero per limitare, in caso di necessità, l’accesso dei migranti provenienti dal nostro paese. Recentemente, infatti, la ministra degli Interni austriaca Johanna Milk Leitner ha dichiarato che "l’Italia non può contare sul fatto che il Brennero resti aperto, se si arriva a flussi incontrollati di migranti" e che la crifra di chi raggiunge il nostro paese attraverso il Mediterraneo potrebbe raddoppiare dai 150mila dell’anno scorso a 300mila. Il capo della polizia tirolese Helmut Tomac ha spiegato all'agenzia Apa che la barriera avrà una lunghezza di 250 metri e comprenderà l'autostrada e la strada statale. Nei prossimi giorni sarà allestito un centro di registrazione. I controlli, hanni spiegato le autorità tirolesi, potrebbero partire a fine maggio-inizio giugno, anche se non sono ancora chiare le modalità. Secondo i media austriaci, si tratterà di controlli in parte visivi e in parte accertamenti sull'identità di ch attraversa il confine. I giornali locali dell'Alto Adige oggi mostrano immagini che documentano la presenza di ruspe e l'inizio dei primi lavori. Il presidene austriaco Heinz Fischer ha comunque precisato che "i provvedimenti al Brennero non prevedono un muro oppure filo spinato", ma si tratta di "più controlli per chi vuole entrare in Europa".
Nonostante il cancelliere austriaco Werner Faymann abbia ribadito che il "management di confine al Brennero e le nuove misure legislative sul diritto d'asilo non sono auspicabili, ma necessari e giusti" poiché "è assolutamente fuori discussione" non fare niente e accogliere persone senza limiti e senza controlli, la misura presa da Vienna ha provocato dubbi e critiche. Per il Commissario europeo Dimitri Avramopoulos "quello che sta accadendo al confine tra Italia e Austria non e' la soluzione giusta": "Credo nella costruzione di ponti, non di muri. Serve una politica dell'immigrazione che non conduca a chiudere i confini interni mettendo a rischio Schengen, e questa politica va attuata". Avramopoulos ha ricordato che le "immagini vergognose di Idomeni non onorano la storia europea e i nostri valori. Dobbiamo trattare queste persone con rispetto ma dobbiamo anche pianificare una politica e dargli attuazione".
Il riferimento del commissario Ue al campo al confine con la Macedonia non è isolato. La preoccupazione che si crei un nuovo tappo con centinaia di persone bloccate è comune. Secondo il direttore di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, la decisione dell'Austria sarà "un ostacolo insuperabile che creerà sul versante italiano della frontiera una situazione simile a quella che troviamo a Idomeni e nelle isole greche: ci ritroveremo campi improvvisati e auto-allestiti, una situazione di crisi umanitaria simile a quelle delle zone dei Grandi Laghi africani o come fu nell'ex Jugoslavia. Che questo avvenga oggi sul territorio europeo delude e deprime". Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere, ha paventato la possibilità che l'Italia, così come la Grecia, si trasformino in "campi profughi a cielo aperto": "Oggi un maggior controllo al Brennero, porterà l’Italia a dover accogliere un maggior numero di persone. L’Europa non può pensare di scaricare su Italia, Grecia e Turchia l’intera gestione del fenomeno migratorio".
Nonostante le preoccupazioni austriache, comunque, al momento non sembra che i flussi dall'Italia siano in grande aumento e non ci sono segnali che lo facciano pensare. "Il numero degli arrivi è stabile. In media transitano 20-25 persone al giorno" ha spiegato a La Stampa Roberto Defant, dell’associazione Volontarius che si occupa dell’accoglienza di profughi in Alto Adige. Il sindaco del comune di Brennero, Franz Kompatscher, ha dichiarato a fine marzo che "il comune di Brennero sul confine ha circa 250 abitanti. Non possiamo ospitare migliaia di migranti qui, è già difficile già con 400". All'inizio di quest'anno l'Austria ha deciso di porre un tetto ai rifugiati da accogliere quest'anno, fissando la cifra a 37.500 – tetto che, ha spiegato il presidente Fisher "non sarà un taglio netto di spada, ma un valore indicativo" – ed avvicinarsi a quelli del 2015, quando sono stati accolti altre 90 mila profughi – la barriera del Brennero potrebbe diventare un blocco invalicabile capace di generare situazioni come il campo Idomeni o la Giungla di Calais.